bandiera bianca
Ha ragione la nonna di Luca Marinelli
L’attore che interpreta Mussolini nella serie tv tratta dai romanzi di Scurati ha dichiarato che la nonna, forte del sentimento antifascista radicato in famiglia, non voleva che il nipote interpretasse l’odiato dittatore. Una dimostrazione di come, in Italia, non esista distanza fra interpretante e interpretato
Tutto sommato ha ragione la nonna di Luca Marinelli, l’attore che interpreta Mussolini nella serie tv tratta dalla tetralogia di Antonio Scurati. Al Corriere l’attore ha dichiarato che la nonna, forte del sentimento antifascista radicato in famiglia, non voleva che il nipote interpretasse l’odiato dittatore. Non conosco la signora, se non tramite questa spigolatura giornalistica, ma mi sembra abbia colto nel segno.
Se in un posto lontano e quasi immaginario, che per convenzione chiameremo Hollywood, un attore interpreta un ruolo, il pubblico ne trae la balzana convinzione che l’attore stia effettivamente interpretando un ruolo, e non che vi stia aderendo per identificazione. Se ad esempio Doug Jones interpreta un mostro marino o Anthony Hopkins interpreta Freud, pare che nessuno, nemmeno le loro nonne, sospetti che Doug Jones intenda seminare il terrore nelle acque o Anthony Hopkins interpretare i sogni altrui.
In Italia, invece, gli attori riescono nel miracolo di identificarsi misticamente nei propri ruoli o, come nel caso di Marinelli, di fornire verbose giustificazioni riguardo alla statura morale del personaggio, come se non esistesse distanza fra interpretante e interpretato, e ogni performance attoriale fosse in realtà una scelta di campo vincolante per l’identità di chi recita; così traggono in inganno tanto le loro nonne quanto lo spettatore medio.
Si vede che gli attori italiani sono più bravi di quelli di Hollywood: sono più convincenti, anche se forse hanno esagerato col metodo Stanislavskij.