Foto ANSA

Bandiera bianca

Ha ragione il primo ministro svedese: non siamo in guerra, ma nemmeno in pace

Antonio Gurrado

Le parole di Ulf Kristersson ci mostrano quanto siamo immersi in quella zona grigia che da secoli caratterizza l'Europa. Rannicchiati in quell'angolo tranquillo di un conflitto a cui ancora non sappiamo dare un nome

Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, ha rassicurato tutti dicendo che la sua nazione non è in guerra; salvo terrorizzarci aggiungendo subito dopo che non è nemmeno in pace. Ora, in Svezia di questa zona grigia se ne intendono abbastanza, considerato che per trecentocinquant’anni si erano dimenticati di firmare una pace con San Marino, rimediando nel 1996. Kristersson, tuttavia, non si riferiva a un caso simile; stava piuttosto cercando di guardare all’attualità con le lenti della storia e di dedurne l’ovvio.

Nel Medioevo, durante la Guerra dei cent’anni, i periodi senza battaglie sono stati più lunghi dei periodi in cui si combatteva. Nel Seicento, la Guerra dei trent’anni è andata avanti a strattoni. Nel Settecento, dalla guerra di successione spagnola alla guerra dei sette anni, non c’era pace che prevenisse lo scoppio di un’altra guerricciola. Vi devo ricordare l’Ottocento, da Napoleone alle campagne nazionaliste italiane e tedesche? La distinzione netta fra guerra e pace è stata un’illusione novecentesca: prima con l’esercizio di autoipnosi collettiva della Belle époque, quando si cercava di non vedere che prima o poi sarebbe scoppiato un inevitabile disastro; poi con la testa sotto la sabbia fra le due Guerre mondiali, una riedizione della Guerra dei trent’anni resa più intensa e più violenta; infine con la pia speranza che, sconfitto l’asse nazifascista, il male sarebbe stato estirpato e il futuro radioso.

La guerra invece, ricacciata sotto il tappeto, per l’ennesima volta continua a sparpagliarsi qua e là, mentre cerchiamo in tutti i modi di tapparci le orecchie e gli occhi, dicendo che è altrove e che è circoscritta. Ha ragione il primo ministro svedese: non siamo in guerra ma nemmeno in pace; siamo in quella zona grigia che da secoli caratterizza l’Europa, siamo rannicchiati nell’angolino tranquillo di un conflitto che non sappiamo ancora come si chiamerà.

Di più su questi argomenti: