Bandiera bianca
Il caso della pizza all'ananas che costa cento sterline
Un pizzaiolo di Norwich ha alzato il prezzo del prodotto per evitare che i clienti lo comprino, giudicando l'accostamento "troppo ardito". Bastava toglierlo dal menù, invece ha scelto di chiedere un riscatto
Un pizzaiolo di Norwich ha messo in vendita una pizza all’ananas per cento sterline: non perché la vita nell’est dell’Inghilterra sia così cara, bensì come punizione per i clienti che osino chiedere l’accostamento, a suo dire troppo ardito. Quest’accanimento contro i desideri dei clienti mi sembra tuttavia un eccesso di zelo. Anzitutto mi sarei aspettato una difesa della tradizione pizzaiola a Forcella, ma a Norwich?
Il pizzaiolo in questione non si chiama Gennaro Esposito, bensì Quin Jianoran. Inoltre, è evidente che per evitare l’incresciosa evenienza che i clienti ordinino la pizza all’ananas era sufficiente eliminarla dal menu o rispondere cortesemente di no dietro specifica richiesta, senza bisogno di chiedere un riscatto. Soprattutto, però, colpisce la motivazione del prezzo esorbitante: il pizzaiolo del Norfolk avrebbe potuto farla pagare cento euro per vantarsi di sfornare la pizza all’ananas più buona della terra; ha invece preferito motivare la propria esosità con un principio etico, arrogandosi il diritto di sorvegliare e punire chi magari vorrebbe mangiarsi in santa pace una pizza come gli pare. Ha scelto di portare in tavola, anziché un po’ di gioia, un altro po’ di sofferenza.