bandiera bianca

Un'ingenuità nel caso del sequestro della neonata a Cosenza

Antonio Gurrado

È stata disposta la scarcerazione del marito di Rosa Vespa, la donna che aveva rapito una bambina dall'ospedale per poi fingere fosse il proprio figlio. L'uomo era ignaro di tutto, anche agli occhi degli inquirenti. Occorre correggere anche la massima di Paul Valéry

Mi ero ingannato: lasciandomi trascinare dal cinismo, qualche giorno fa avevo commentato il caso della coppia che aveva rapito una neonata a Cosenza ricorrendo al celebre aforisma di Paul Valéry, secondo cui l’amore è essere cretini insieme. L’evoluzione degli eventi mi ha dato torto e, nel frattempo, è stata disposta la scarcerazione del marito, ignaro di tutto agli occhi degli inquirenti. Al momento, dunque, pare che la moglie abbia agito da sola, architettando il rapimento, simulando la gravidanza, strombazzando la dolce attesa urbi et orbi, avendo la bella pensata di rapire il primo neonato disponibile e, infine, portando a casa una femminuccia nonostante che avesse annunciato di aspettare un maschietto. Tutto questo, autonomamente; mentre, nella stessa casa, altrettanto autonomamente il marito non si accorgeva di nulla, credeva alla finta gravidanza, si distraeva mentre la donna andava a rapire un neonato, né batteva ciglio scoprendo che il maschietto era una femminuccia. Mi ero lasciato trascinare da una certa ingenuità, altro che cinismo: Paul Valéry avrebbe dovuto aggiungere “ma anche da soli”.

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