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Bandiera bianca

Nonostante la post verità di Trump, litigare su chi abbia scisso l'atomo per primo non ha senso

Antonio Gurrado

Non importa se il tycoon sostiene che siano stati gli americani, contro l'opinione degli storici della scienza: la scissione dell'atomo riguarda il destino dell'intero genere umano

Mi era sfuggito che, secondo Donald Trump, i primi a scindere l’atomo sono stati gli americani. Gli storici della scienza dibattono se attribuire il primato a neozelandesi o tedeschi, concordando però nel contraddire Trump; costui avrebbe così aggiunto un altro tassello, secondario quantunque, alla post-verità e alla storia alternativa. Se di verità e di storia stiamo parlando – in attesa che Trump attribuisca agli americani l’invenzione della ruota e la scoperta dell’America – conviene tuttavia domandarsi: ha davvero senso stare ad accapigliarsi sulla nazionalità di chi ha scisso l’atomo? Non riguarda il destino dell’intero genere umano?

In fondo sono ormai passati settantacinque anni da quando Raymond Queneau, nella “Piccola cosmogonia portatile”, aveva liquidato la questione in due sublimi alessandrini: “Le singe sans effort le singe devint homme / lequel un peu plus tard désagrégea l’atome” (inevitabilmente più faticosa la traduzione di Sergio Solmi per Einaudi: “La scimmia senza sforzo diventò / l’uomo, che un po’ più tardi disgregò / l’atomo”), rendendo la scissione dell’atomo un bagliore all’interno di una storia umana ridotta a fugace passaggio dal dominio delle scimmie al dominio delle macchine. Versione che magari a Trump non piacerà, ma a Elon Musk sicuramente sì.

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