bandiera bianca

La meravigliosa toponomastica di Viadana, capitale italiana della postmodernità

Antonio Gurrado

Nel paese del Mantovano sono apparsi nuovi cartelli stradali, corredati di didascalie sbagliate. Così una strada, invece che a una battaglia, viene dedicata al direttore del Tg La7. Il sindaco si smarca: peccato, poteva avere più coraggio

A Viadana, nel Mantovano, sono apparsi nuovi cartelli stradali, in cui però le indicazioni toponomastiche sono corredate di didascalie erronee. Circola ad esempio la foto di una via Mentana dedicata al noto giornalista e conduttore tv invece che alla battaglia risorgimentale omonima al direttore di Tg La7, alla quale era in realtà intitolata la strada. Le cronache lombarde riportano la ragionevole giustificazione del sindaco: la società incaricata del rifacimento dei vecchi segnali è stata accurata nella gran parte dei casi, salvo cedere alla sciatteria nell’ultima ventina di prodotti – e qui m’immagino un qualche vicesostituto assistente stagista che, per spicciarsi, affida le didascalie a capocchia a ChatGPT e ne ricava che via Bugno non indica l’omonima frazione bensì Gianni, il mio amato ciclista di quando ero ragazzino. Inoltre via Sette Ladroni, toponomastica ispirata a una leggenda locale, nei nuovi cartelli risulterebbe fare riferimento al romanzo della popstar Madonna "Yakov e i Sette Ladroni".

 

Il sindaco, spiace dirlo, ha difettato di coraggio. Avrebbe potuto cogliere la palla al balzo e rivendicare che la toponomastica surreale è stata escogitata a bella posta: non viviamo forse nell’epoca in cui tutto è interconnesso, a contaminazione fra saperi è il respiro della civiltà, è d’obbligo la commistione fra alto e basso, i grands récits della tradizione sono tramontati e siamo rimasti solo con frammenti da rimontare come ci pare? Non viviamo nell’epoca in cui la cultura è un collage fai-da-te? Fossi stato sindaco io, ne avrei approfittato per proclamare Viadana capitale italiana della postmodernità.

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