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Bandiera bianca

Anche i social possono uccidere

Antonio Gurrado

Ridurre la vita reale a continua sequenza di immagini ha conseguenze molto più pesanti della lieve pressione del pollice su un pulsante virtuale. Il caso del campo di addestramento a Dnipro identificato dai russi grazie a un video su TikTok

Che i social nuocciano gravemente alla salute mi sembra ormai risaputo; anzi, mi fa specie che l’avvertenza non appaia in chiaro all’apertura delle relative app, su cui passiamo buona parte della nostra giornata, illudendoci che sia la vita reale. Adesso è dimostrato anche che i social uccidono. O, almeno, sarà dimostrato non appena verrà portata a termine l’inchiesta aperta dallo stato maggiore ucraino per certificare che i russi abbiano identificato un campo di addestramento di Dnipro grazie al video caricato su TikTok da un’ingenua recluta: risultato, leggo, quaranta morti e novanta feriti.

Tragedie come questa, cui pure sembriamo assuefatti, possono essere utili solo se ci consentono di capire qualcosa: in questo caso si tratta del fatto che non è strettamente necessario dare testimonianza di tutto ma proprio tutto su un wall, una story o un reel. La vita reale è fuori dal telefono, ed è già abbastanza minacciosa così; ridurla a continua sequenza di immagini ha conseguenze molto più pesanti della lieve pressione del pollice su un pulsante virtuale. Chi sta sui social fa male anche a te; digli di smettere.

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