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Bandiera Bianca

Cosa ci dice sul valore della scuola la storia dell'insegnante di Inzago picchiato dal suo alunno

Antonio Gurrado

Il giovane studente di una scuola media milanese ha aggredito un docente dopo averlo minacciato. Un bel risultato per almeno tre cardini della scuola italiana moderna

Un po’ come la triste sorte di Gene Hackman ci dice molto sul valore della famiglia, ci dice molto sul valore della scuola dell’obbligo la triste sorte del prof di una scuola media di Inzago, nel milanese. Un suo alunno quattordicenne, redarguito dall’insegnante, prima ha minacciato di picchiarlo, se lo avesse visto fuori dalla scuola; poi, quando in effetti si sono incrociati per strada, è passato alle vie di fatto, prendendolo a mazzate. È un bel risultato, direi, per almeno tre cardini della scuola italiana moderna. Anzitutto l’innalzamento dell’età dell’obbligo, che ci garantisce di avere questo bel tomo in giro per gli istituti d’Italia almeno per un altro paio d’anni, prima che vada ad arricchire ambienti più consoni ai suoi modi.

Poi le fole su didattica e pedagogia, che, a furia di corsi di aggiornamento e roboanti documenti programmatici, ci hanno fatto credere avrebbero garantito un inarrestabile progresso, tanto nel rendimento degli alunni quanto nel loro comportamento: grazie alla fede superstiziosa alimentata per decenni da queste pseudoscienze, il risultato è che nella scuola dell’obbligo gli alunni vanno male ma, in compenso, si comportano peggio. Infine, la questione della disciplina: è dal Sessantotto che si sbraita contro docenti-carcerieri, si escogitano formule innovative per un’istruzione accogliente e aperta e, con l’avvento del nuovo ministro, si è arrivati perfino a gridare al pericolo di una inverosimile svolta autoritaria. Il risultato è che il professore di Inzago, comprensibilmente, adesso ha paura di tornare a scuola. Il suo alunno, a quanto pare, no.

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