(Ansa)

Bandiera Bianca

L'Acropoli negata al regista Yorgos Lanthimos

Antonio Gurrado

Il ministro greco della Cultura ha impedito di fare riprese tra il Partenone e l'Eretteo perché le scene da girare non rispetterebbero i valori testimoniati da quel luogo. C'è da chiedersi se c'entrano più gli antichi greci o i turisti

Quel gran genio di Yorgos Lanthimos si è visto negare il permesso a girare sull’Acropoli alcune scene del proprio nuovo film: secondo il ministro greco della Cultura, non rispetterebbero i valori testimoniati da quel luogo. Corre infatti voce che le riprese avrebbero contemplato sfilze di cadaveri in un contesto distopico e urticante, come nella sublime abitudine del regista. Eppure è passato un bel po’ di tempo da quando abbiamo compreso che gli antichi greci non erano degli algidi modelli che saltellavano felici mentre ergevano statue crisoelefantine e decoravano vasi rossoneri; si uccidevano a iosa, si cavavano gli occhi, si ostracizzavano, si condannavano a morte, tradivano gli alleati, ammazzavano i coniugi, facevano cose coi ragazzini, ed erano in generale dotati di un senso del tragico e del comico che oggi non passerebbe la censura dell’ipocrisia collettiva, altro che i film di Yorgos Lanthimos. C’è da chiedersi dunque quali sarebbero esattamente i valori che impediscono al regista di girare pacificamente il proprio film fra il Partenone e l’Eretteo: non certo quelli su cui si reggeva la civiltà degli antichi greci; probabilmente, quelli che escono dalle tasche dei turisti.

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