Vladimir Putin (foto LaPresse)

Vladimir Putin, lo zar che l'Europa può domare

Roberto Maroni

Dopo il voto di domenica ci conviene ancora continuare con le sanzioni alla Russia, l’unico risultato delle quali è stato il danno grave all’industria manifatturiera italiana?

Oggi non parlo di politica italiana. Sono curioso di sapere cosa stanno architettando a Roma, certo, ma questa settimana alzo lo sguardo. Parlo di un vincitore vero: Vladimir Putin, lo zar che ha stravinto le elezioni in Russia. Questa è una buona notizia, per almeno due motivi. Primo: Putin è il capo di una grande potenza che confina con noi e che (nella lotta contro il terrorismo internazionale e non solo) parla la nostra lingua. Secondo: mentre i ‘leader’ europei sono indaffarati a farsi dispetti (vedi il caso Ema), Putin è uomo di visione e di azione, prende decisioni impegnative e le porta fino in fondo. Certo, l’uomo è imprevedibile e un po’ guascone, su alcune vicende internazionali (Siria e Ucraina) le critiche sono state prevalenti sui consensi, ma le elezioni di domenica lo hanno indubbiamente rafforzato. E allora ci conviene continuare con le sanzioni alla Russia, l’unico risultato delle quali è stato il danno grave all’industria manifatturiera italiana? E ci conviene assecondare la strampalata accusa a Putin di terrorismo di Stato sul territorio britannico? Io dico di no. Io dico che i governi europei devono cercare con Putin l’intesa sul piano economico (stop alle sanzioni e rilancio dell’export italiano) e su quello politico (più forza nella trattativa con Trump e con la Cina). Io dico che l’Europa può “domare lo zar”, con la diplomazia delle cose concrete. Questa è la scelta da fare: giocare da titolare, non stare in panchina a guardare il mondo che verrà. Stay tuned.

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