Vladimir Putin, lo zar che l'Europa può domare
Dopo il voto di domenica ci conviene ancora continuare con le sanzioni alla Russia, l’unico risultato delle quali è stato il danno grave all’industria manifatturiera italiana?
Oggi non parlo di politica italiana. Sono curioso di sapere cosa stanno architettando a Roma, certo, ma questa settimana alzo lo sguardo. Parlo di un vincitore vero: Vladimir Putin, lo zar che ha stravinto le elezioni in Russia. Questa è una buona notizia, per almeno due motivi. Primo: Putin è il capo di una grande potenza che confina con noi e che (nella lotta contro il terrorismo internazionale e non solo) parla la nostra lingua. Secondo: mentre i ‘leader’ europei sono indaffarati a farsi dispetti (vedi il caso Ema), Putin è uomo di visione e di azione, prende decisioni impegnative e le porta fino in fondo. Certo, l’uomo è imprevedibile e un po’ guascone, su alcune vicende internazionali (Siria e Ucraina) le critiche sono state prevalenti sui consensi, ma le elezioni di domenica lo hanno indubbiamente rafforzato. E allora ci conviene continuare con le sanzioni alla Russia, l’unico risultato delle quali è stato il danno grave all’industria manifatturiera italiana? E ci conviene assecondare la strampalata accusa a Putin di terrorismo di Stato sul territorio britannico? Io dico di no. Io dico che i governi europei devono cercare con Putin l’intesa sul piano economico (stop alle sanzioni e rilancio dell’export italiano) e su quello politico (più forza nella trattativa con Trump e con la Cina). Io dico che l’Europa può “domare lo zar”, con la diplomazia delle cose concrete. Questa è la scelta da fare: giocare da titolare, non stare in panchina a guardare il mondo che verrà. Stay tuned.
barbari foglianti