Il municipio di Ficarra

Il vero scandalo di Ficarra non è l'assenteismo

Roberto Maroni

Assunzioni inutili, spreco di risorse pubbliche, disincentivo a cercarsi un lavoro vero: avere un impiegato ogni 40 abitanti equivale ad avere il reddito di cittadinanza

Quello che è successo nei giorni scorsi a Ficarra, piccolo comune siciliano in provincia di Messina, non è solo una storia (l’ennesima) di italico malcostume. 26 dipendenti comunali beccati a timbrare il cartellino senza lavorare è uno scandalo, certo: ma lo scandalo vero non è l’assenteismo. Anzi, in qualche modo questi poveri dipendenti vanno capiti: chissà che noia stare tutto il giorno in ufficio senza altro da fare che guardare i colleghi annoiarsi! Lo scandalo vero è che in un comunello di 1.400 anime (Ficarra appunto) ci sono 40 dipendenti. Quaranta, uno ogni 35 abitanti. Dalle mie parti, profondo nord, un comune come questo ne ha al massimo 4. E l’amministrazione funziona certamente meglio.

  

Ficarra è un’eccezione? Direi di no. Comitini ad esempio, un altro microcomune siciliano, è finito addirittura sul New York Times come simbolo dello spreco di soldi pubblici: in questo borgo di 960 abitanti, dove non ci sono problemi di traffico, lavorano ben 9 vigili urbani e 64 persone sono alle dipendenze del comune. Record mondiale! Che fare? Dimissionarli tutti, questi sindaci? Ma va. A ben guardare sono dei precursori, non hanno fatto altro che anticipare una misura di cui oggi tanto si parla e che diventerà legge (speriamo di no) se i grillini andranno al governo: il reddito di cittadinanza. Eccolo qua, pronto e servito: assunzioni inutili, spreco di risorse pubbliche, disincentivo a cercarsi un lavoro vero. Occhio Di Maio, questa è l’Italia che il nord proprio detesta. Stay tuned. 

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