Sun Tzu, ovvero l'arte di essere leader
Per vincere la partita in politica bisogna avere strategia. Ma soprattutto bisogna muovere
L’Italia è un paese senza leader. Ne è convinto Luciano Fontana, direttore del Corriere, che illustra la sua tesi nel suo ultimo libro. Io non sono d’accordo. Il popolo italiano due leader li ha scelti, giovani e pugnaci: Salvini e Di Maio. Sono i veri vincitori delle elezioni e ora cercano (con molta fatica in verità) di mettere a frutto l’exploit. Come? Ciascuno dei due vuole vincere l’Oscar di attore protagonista nella formazione di un governo vero, non un governicchio balneare stile Prima Repubblica. Ciascuno dei due vuole costruire, dopo la vittoria elettorale, una vera vittoria politica, sapendo bene che la seconda non consegue automaticamente alla prima. Traguardi raggiungibili, ma la partita si sta complicando. Il tempo (politico) stringe e l’assenza di decisioni sta addensando sull’orizzonte romano dense nubi cariche di minacciose elezioni anticipate. Nella mia lunga vita politica li ho conosciuti tutti i leader italiani, da Andreotti a Berlusconi: c’è chi ha superato tempeste terrificanti con mosse ardite (pochi) e chi ha dilapidato ingenti patrimoni elettorali per eccesso di prudenza o incapacità di decidere (tutti gli altri). Ecco, cari leader, per vincere la partita in politica bisogna avere strategia, ovvio, ma soprattutto bisogna muovere. Lo spiegava già nel VI secolo a.C. il generale Sun Tzu, insuperato maestro di tattica e strategia: “Quando muovi sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna”. Stay tuned.
barbari foglianti