Veneto Über Alles
Nel nord est chiedere il reddito di cittadinanza non sta bene. Sembra paradossale, ma a queste latitudini funziona così
Torno sulla controversa misura del reddito di cittadinanza, tanto caro ai grillini (un dubbio: ma si possono ancora chiamare così?) quanto indigesto al nord produttivo delle partite Iva. Negli ultimi giorni hanno attirato la mia attenzione due notizie in merito. Prima notizia: anche i rom prenderanno il reddito di cittadinanza. Circa un settimo dei rom vive nei campi, sono circa 5 mila, con la cittadinanza italiana. Sicuramente loro potranno usufruire del reddito di cittadinanza, dato che non si possono discriminare i cittadini su base etnica. Seconda notizia: il Veneto è all’ultimo posto tra le regioni per il numero di richieste di reddito di cittadinanza: solamente un terzo delle persone che ne hanno diritto ha presentato domanda. Perché? Scarsa informazione? No, il motivo è un altro: qui ci si vergogna a chiedere il sussidio. Perché poi in paese si viene a sapere, perché non sta bene. Non sta bene! Sembra paradossale, ma a queste latitudini funziona così. E allora? Che fare? Lo dice bene Luca Zaia, interprete autentico del sentire popolare: “Servono accortezza e buon senso. L’operazione può stare in piedi solo con la garanzia che si va ad aiutare chi ha bisogno per accompagnarlo al mercato del lavoro. Di canne per pescare ce ne sono abbastanza, ma io sento la preoccupazione di tanti pensionati e lavoratori che fanno presente di aver sempre versato contributi per avere poi una pensione più bassa del reddito di cittadinanza”. Un ravvedimento operoso del governo? Sperém. Stay tuned.
barbari foglianti