Bravo e cattivo
Tra vincitori e vinti del vertice europeo, a rimetterci è lo spirito di solidarietà
L’impossibile diventa possibile. Almeno secondo il sondaggio presentato ieri da Ilvo Diamanti. Risulta che Giuseppe Conte è il premier più apprezzato di sempre dagli italiani. Ma dai. Più di Gentiloni e Renzi, più di Monti e Letta. Ma soprattutto più di Berlusconi, il fondatore della Seconda Repubblica. Chi l’avrebbe mai detto, solo pochi mesi fa? Effetto paura da pandemia? Vecchia scuola democristiana? Mancanza di avversari all’altezza? Certo che uno così merita a pieno titolo il BRAVO di un 2020 pazzesco. Al di là delle appartenenze politiche e delle simpatie personali. Ecco, sapendo bene come funzionano le dinamiche di Palazzo, mi auguro che adesso Conte non si faccia prendere troppo dal ponentino dei salotti romani e affronti con forza e coraggio l’autunno rovente che ci aspetta, dando finalmente risposte concrete a famiglie e imprese. L’Oscar del CATTIVO se lo merita invece un altro premier, Mark Rutte, l’olandese volante che con la sua intransigenza in questi giorni ha tenuto in scacco l’Europa. E’ lui il leader dei cosiddetti paesi “frugali” (Olanda, Austria, Danimarca e Svezia), la banda dei quattro che ce l’ha a morte con l’Italia, accusata di essere “un paese del sud che vive sempre al di sopra dei propri mezzi”. Ovviamente Rutte e i suoi amici fanno i cattivi per convenienza, traendo vantaggio in termini di consenso nei rispettivi paesi. A rimetterci però è lo spirito di solidarietà di un’Europa che non funziona e che (forse) non funzionerà mai davvero. Stay tuned.
barbari foglianti