Nell'antica Atene, molti amministratori erano estratti a sorte (foto Ansa)  

barbari foglianti

Idee per una riforma coraggiosa della legge elettorale

Roberto Maroni

Eleggere un terzo del Parlamento con il sistema più democratico che c'è: il sorteggio. Venti spunti per migliorare le criticità del governo della cosa pubblica nelle proposte di Valerio De Molli 

Sottoscrivo le proposte per una nuova governance presentate ieri, in un’intervista al Corriere, da Valerio De Molli, ad del prestigioso think-tank Teh-Ambrosetti. E questo non solo perché siamo entrambi di Varese (anche se ci sarebbe molto da dire al proposito), ma perché sono proposte convincenti, concrete e utili. E allora diamo un’occhiata. De Molli elenca 20 spunti di miglioramento per superare le criticità del governo della cosa pubblica in Italia, un paese che – nonostante Berlusconi – ha avuto negli ultimi 20 anni 21 governi e 13 presidenti del Consiglio. No, non preoccuparti caro lettore, dei 20 spunti di De Molli prendo solo il più coraggioso, cioè quello più politically uncorrect: la riforma della legge elettorale.

 

Premesso che nessun sistema elettorale è perfetto, ci sono opinioni le più disparate tra i partiti che hanno affollato il Parlamento negli ultimi 20 anni (io ho perso il conto, ma c’è chi l’ha fatto: sono stati oltre 40). La valutazione è sempre, come è naturale, sulla convenienza: quale sistema mi darà più eletti (uguale: più potere di condizionamento a prescindere dal governo che il Parlamento eleggerà)? De Molli propone un incremento della quota maggioritaria fino al 50 per cento, il resto eletto con il proporzionale e – udite udite – con il sistema più democratico che c’è: eleggere un terzo del Parlamento a sorteggio tra i privati cittadini che si siano resi disponibili. Una provocazione, certo. Ma visto il livello attuale di certi politici… ci sta! Stay tuned.

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