Il Palazzo della suprema armonia nella Città proibita a Pechino (Wikipedia) 

barbari foglianti

La Cina scopre l'arte del lobbismo per ottenere siti Unesco

Roberto Maroni

Secondo la stampa cinese, questa attività serve anche a creare “un ambiente di fiducia e orgoglio nazionale”. Capito? Orgoglio nazionale. E puntano a superare l'Italia: per ora pareggiamo

Si riunisce in questi giorni in Cina il Comitato Unesco per individuare i nuovi siti che diventeranno patrimonio mondiale dell’umanità. Nel mondo ci sono 1.121 siti Unesco e al momento Italia e Cina sono appaiate in testa a quota 55. Ma i cinesi, sfruttando il fattore campo, sono sicuri di superare l’Italia nella classifica dei siti patrimonio dell’umanità.

 

Intendiamoci bene: la Cina è un paese enorme, vasto quanto l’intera Europa e noi dobbiamo sentirci orgogliosi di essere italiani e di vivere in un paese così ricco di storia e di cultura. E se la Cina dovesse superarci nella classifica dei siti Unesco, beh, pazienza.

 

Ma c’è una novità. L’iter per ottenere il riconoscimento dei siti da parte dell’Unesco è lungo, servono un paio di anni. Ed ecco allora che i cinesi si sono dati molto da fare, hanno usato una pratica fino a oggi sconosciuta agli eredi di Mao: un’azione di lobbying molto intensa ed efficace. “E nell’arte del lobbismo per i propri interessi la Cina è maestra”, rivela il corrispondente del Corriere da Pechino. Secondo la stampa cinese, questa attività di lobbying serve anche a creare “un ambiente di fiducia e orgoglio nazionale”.

 

Capito? Orgoglio nazionale. Ed essendo la Cina un paese che ormai è fortemente orientato al futuro (in primo luogo nell’Hi-tech con il 6G prossimo venturo) è meglio avere buoni rapporti diplomatici e commerciali. Se non altro per evitare che Biden ci tagli fuori di nuovo, come fece Nixon con la “diplomazia del ping-pong”.

Stay tuned.

Di più su questi argomenti: