barbari foglianti
Parliamo di speranza (non il ministro, ma comunque complimenti)
Il dibattito è monopolizzato dalla corsa al Quirinale, e va bene, ma qui si vuole pensare anche al lieto fine che avrà questa pandemia
Il presidente della Camera Roberto Fico ha fissato la data del 24 gennaio in cui il Parlamento, in seduta comune, dovrà procedere alla prima votazione per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Un appuntamento che da tempo agita le acque della politica, che ha messo in pista certi candidati che non si possono vedere. Nei giorni scorsi al Senato una corrente (si chiamano ancora così?) del M5s si è pronunciata per il bis di Sergio Mattarella. Sono d’accordo, l’ho scritto più volte e continuo a ripeterlo: sono convinto che il bis di Sergio Mattarella sarebbe la scelta più opportuna nel periodo di crisi che stiamo vivendo. Ma mi fermo qui, perché i miei primi Barbari Foglianti del nuovo anno non si occupano di politica, ma di speranza. No, non il ministro della Salute (a cui da semplice cittadino faccio comunque i miei complimenti per come ha gestito sinora la pandemia), ma della speranza che il 2022 sia l’anno buono per trasformare la tragedia annunciata della pandemia che stiamo vivendo in una storia a lieto fine. Chissà, la speranza è che possa andare a finire “come nelle favole”, sulle note del grande Vasco Rossi. Un ritorno alla vita normale, fatta di tante piccole cose, piccole ma importanti: “Io e te, io e te / dentro un bar a bere e a ridere / io e te, io e te / a crescere bambini, avere dei vicini / io e te, io e te / seduti sul divano / parlar del più e del meno / io e te, io e te / come nelle favole”. Stay tuned.
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