barbari foglianti
Caro centrodestra, occhio al suicidio
Gli screzi tra Micciché e Musumeci in Sicilia, e tra Sboarina e Tosi a Verona. C’è grande confusione sotto questo cielo, poco ma sicuro. Riusciranno i nostri eroi a trovare “la quadra” (espressione inventata da Bossi)?
La politica è in fibrillazione, e non solo in Italia. Basta vedere quel che è successo in Francia, dove Macron non è riuscito ad avere la maggioranza assoluta in Parlamento. Ma anche da noi le cose non vanno tanto bene. A cominciare dalla crisi del M5s, con la guerra tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. E’ vero, Di Maio non è stato (ancora) espulso, ma non può più parlare in nome e per conto del Movimento. E poi c’è la Sicilia, dove Gaetano Micciché (FI) non vuole che Nello Musumeci (FdI) si ricandidi alle regionali di settembre. “Di Sicilia parleremo nelle prossime ore – ha detto la Meloni – Ho letto dichiarazioni fuori luogo da parte di altri, non siamo una forza secondaria nel centrodestra, non diamo aut aut a nessuno, ma non accettiamo che gli altri li diano a noi”. Per finire c’è il caso di Verona. Dove domenica non si è riusciti a trovare l’accordo tra il sindaco uscente di centrodestra, Federico Sboarina, e Flavio Tosi, storico esponente della Liga Veneta, da poco passato a Forza Italia. Ci hanno provato tutti, Salvini, Meloni e Berlusconi: ma Sboarina è stato irremovibile. Con il rischio concreto di perdere al ballottaggio di domenica prossima, visto che Sboarina, sindaco uscente, dopo il primo turno è indietro di 8 punti. C’è grande confusione sotto il cielo del centrodestra, poco ma sicuro. Riusciranno i nostri eroi a trovare “la quadra” (espressione inventata da Bossi)? Nel frattempo non rimane che aspettare per vedere come andrà a finire. Mission impossible? Stay tuned.
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