La cancelliera tedesca si appella alla responsabilità personale e spiega le ragioni delle misure prese. Da noi prevalgono gli imbonitori e gli impresari della paura, con un'opposizione incapace di puntare il dito contro errori e sottovalutazioni del governo. Ma una nuova leadership è possibile
Le parole di Angela Merkel al popolo tedesco, pubblicate meritoriamente dal Foglio in prima pagina, dovrebbero essere di lezione alla classe dirigente italiana. Né minimizzazione né terrorismo, quello della cancelliera è stato un appello alla responsabilità personale e alle ragioni profonde per cui si mettono in campo le diverse iniziative per risolvere l’emergenza. “Lo decideremo tutti noi con le nostre azioni come sarà il nostro inverno. Ognuno di noi può fare moltissimo”, ha detto Merkel. Bisogna dire la verità e dirla con chiarezza, questo fa la cifra di uno statista. Invece di ostinarsi a spiegare che tutti imitano il “modello italiano”, sarebbe il momento piuttosto di cambiare linguaggio e dire la verità: la crescita dei contagi è rapidissima, molto sopra alle aspettative. E invece qui da noi c’è chi dice: ma ci sono tanti più tamponi, ci sono molti meno morti, e si ripete l’hashtag, #nonècomeamarzo e intanto 9.694 persone ricoverate, 992 in terapia intensiva. La cancelliera: “Siamo di fronte a una sfida secolare, dobbiamo chiederci cosa ne sarà della nostra gioventù, del nostro benessere”. A fine agosto disse: “Scuole e asili sono la cosa più importante, i bambini non devono diventare le vere vittime dell’epidemia”. “Essere uniti e rispettare le regole, rispetto e buonsenso. Rispetto e buonsenso di ognuno”.
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