Il penultimo dpcm assecondava la richiesta ragionevole delle regioni di potere decidere in maniera selettiva le aree, le attività, eccetera a cui applicare le fasce restrittive. Dopo settimane di contrattazione, finalmente il dpcm del 3 novembre evita lo scempio della primavera di un unico lockdown nazionale e divide l’Italia in base al tasso di contagiosità, il famigerato Rt. Il provvedimento, all’articolo 4, assegna alle regioni la possibilità di prevedere ulteriori misure, esattamente quanto chiedevano gli enti territoriali. Una settimana prima tutte le regioni avevano firmato un protocollo sui parametri da utilizzare. Ma è partita lo stesso la protesta.
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