Sky Q, la nuova piattaforma di Sky che integra internet e TV
Sky cambia tutto e risponde a Netflix, provando a prendere l’ultimo treno per entrare nel mondo dell’intrattenimento televisivo 2.0
Sky era ormai da un paio di anni al bivio. Con l’avvento dello streaming e soprattutto di Netflix iniziava a correre il serio rischio di fare la fine di Blockbuster o di Kodak. Perciò, questa mattina a Milano, tutti gli addetti ai lavori sono stati chiamati a raccolta per la presentazione della nuova piattaforma Sky Q, che andrà gradualmente a trasformare tutti i servizi TV di Sky cui siamo normalmente abituati e, in generale, cambiare radicalmente il modo di fruire dei contenuti in pay TV.
Effettivamente c’era molta attesa e lo stesso Amministratore Delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, ha iniziato la presentazione dicendo che si tratta di “un vero punto di svolta e che oggi c’è lo stesso entusiasmo e senso di trasformazione che abbiamo provato nel 2003 con la nascita di Sky”. Infatti, con Sky Q il provider pay TV si gioca tutto, cercando di riprendersi il centro della scena dell’intrattenimento, ultimamente assediato da Netflix, YouTube, Apple TV e in generale da tutti i servizi streaming internet (legali e non).
Sky Q è collegato sia alla parabola sia alla rete internet, crea un unico ambiente di fruizione dei contenuti che connette tra loro tutti gli schermi della casa (TV, smartphone, tablet), senza cavi aggiuntivi. Il box principale, infatti, comunica in modalità wireless con gli altri televisori grazie agli Sky Q Mini (inseriti in ogni TV) e, attraverso la nuova app Sky Go Q, con tutti i device mobili, tablet o smartphone, portando così in tutta la casa gli stessi contenuti della tv principale. E, con l’app Sky Go, sarà possibile portarli anche fuori casa.
Le premesse sembrano buone. In sostanza, si tratta di una piattaforma unica per tutta la casa (e per fuori casa) su cui poter fruire dei vari servizi Sky, in modalità multipla completa (vale a dire, multischermo e multidispositivo), il tutto sempre in modalità wireless. La parabola e il televisore restano al centro di tutto, ma entrano in scena tutta una serie di dispositivi aggiuntivi che connettono tutto in un unico sistema.
Il nuovo box Sky Q sarà poi dotato di 2 terabyte di memoria e potrà registrare fino a 4 programmi contemporaneamente, mentre se ne vede un quinto. Come detto, il nuovo box Sky Q è il fulcro di tutto il sistema: non solo unificherà e sistematizzerà tutti i vari servizi lanciati da Sky in questi anni – dalla registrazione alla pausa, dall’on demand al restart – ma sarà in grado di supportare tutte le innovazioni che hanno già investito (o stanno investendo) il mondo dell’intrattenimento digitale (arriveranno, infatti, il 4K HDR, il suono adattivo che si imposta automaticamente in base a ciò che viene visualizzato e i comandi vocali per interagire con tutto il sistema).
Per fare qualche esempio più concreto: si potrà guardare un programma sulla tv del salotto (magari mentre se ne registra un altro), vederne uno differente sulla tv in camera da letto, un terzo sul tablet e un quarto sullo smartphone, fino a un quinto sul televisore in un’altra camera (dei bambini). Tutto contemporaneamente, potendo registrare, andare in pausa e mantenendo accessi singoli e indipendenti ai contenuti on demand su ogni dispositivo di visione, e anche interrompendo la visione su uno schermo e proseguirla su un altro. Sulla carta, tutto ciò che abbiamo desiderato in questi anni, sempre castrati dalle mille limitazioni imposte da Sky stessa o dal tipo di tecnologia utilizzata.
Sky prova quindi a giocarsi tutte le carte, proponendo una piattaforma totalmente nuova che cerchi di unire i diversi sistemi di fruizione dei contenuti: la pay TV, la TV on demand, lo streaming e il mobile; il tutto attraverso un modello hardware di smart home che integra TV, supporti output audio e video, telecomandi intelligenti e dispositivi mobili (smartphone e tablet); occorrerà verificare fruibilità effettiva, qualità delle connessioni e prezzi dei vari pacchetti.
La sfida è decisiva. Per certi versi, ricorda quella che Microsoft intraprese nel 2011 (anch’essa si trovava a un bivio) quando cercò disperatamente di prendere l’ultimo treno per entrare nel mondo mobile (acquistando parte di Nokia e lanciando il sistema operativo Windows Phone) e, in parte, ci riuscì (anche se per vie traverse e dovendo poi abbandonare il progetto Windows Phone).
Vedremo, quindi, nei prossimi mesi se Sky ce l’avrà fatta a salire sull’ultimo treno che porta all’intrattenimento televisivo 2.0, diversamente tireremo di nuovo fuori i fantasmi di Blockbuster e Kodak.
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