L'innovazione dell'educazione tech passa dall'Italia e fa tappa a Torino
Torino è ormai sede stabile del Droidcon (il più grande evento al mondo per sviluppatori Android) ed è al secondo anno anche Swift Heroes (evento per sviluppatori iOS di Apple) e quest’anno si è parlato soprattutto di metodi di apprendimento e realtà virtuale
L’adagio degli ultimi anni vuole una Torino un po’ in declino. Che poi sarebbe l’ennesimo declino, uno dei tanti degli ultimi 150 anni. Infatti, un declino – probabilmente uno dei più pesanti – pareva essersi interrotto a metà degli anni novanta (simbolicamente, con la conferenza intergovernativa dell’Unione Europea del 1995), una ripresa poi definitivamente consolidata e consacrata anche internazionalmente con i fasti olimpici del 2006.
Che Torino sia una città particolare è nel suo DNA e che da oltre 70 anni viva alcuni squilibri è evidenza storica e statistica. Basti pensare a questo dato: nel 1951 contava circa 750.000 abitanti, vent’anni dopo, esattamente nel 1971, il dato arriva a oltre 1.200.000 abitanti (il picco più alto di sempre raggiunto dalla città, che oggi viaggia attorno agli 800-900.000 abitanti). Un boom demografico dovuto principalmente all’immigrazione interna, trainata dallo sviluppo industriale a doppia cifra. Un quadro complessivo che ha cambiato i connotati della città. Una città che cambia spesso e che spesso è costretta a cambiare, come tante volte è capitato (1546, 1865, 1911, ad esempio).
E così, nonostante i tanti declini, Torino cambia, o meglio, come recita un noto slogan cittadino “Torino va avanti” e crea nuovi spazi di creatività, innovazione e sviluppo. Uno di questi spazi, da tre anni a questa parte, è il Droidcon.
Il Droidcon è la più grande conferenza mondiale di sviluppatori informatici per il sistema operativo Android (by Google). Una roba abbastanza da nerd, infatti in città non se ne parla moltissimo. Ma, appunto, per nerd e addetti ai lavori è un momento fondamentale. Dallo scorso anno, al Droidcon si è affiancato anche l’evento Swift Heros, organizzato da Synesthesia. Swift Heroes sta, più o meno, al mondo iOS (by Apple) come Droidcon sta ad Android. Così, si è quindi completato il panorama mobile, coprendo anche l’altra – è proprio il caso di dire – “metà della mela”. E questo è un risultato molto importante per la città, perché innovazione e cultura non si fanno solo con i grandi eventi mediatici, ma anche con quelli di contenuto e di eccellenza come Droidcon e Swift Heroes.
Quest’anno poi, Swift Heros (mondo Apple, quindi) è stato particolarmente rilevante. Anzitutto, perché si è confermata rispetto all’edizione ‘zero’ dello scorso anno e si spera quindi che possa consolidare la propria presenza torinese (come già fatto dal Droidcon). Inoltre, si sono svolti gli Educational Day (14-15 novembre), che hanno visto la partecipazione diretta del team Apple “Distinguished Educators” (in collaborazione con Rekordata e Fondazione ITS ICT della Regione Piemonte).
A Swift Heroes, infatti, si è parlato di IoT, musica, riconoscimento digitale degli oggetti e in particolare di robotica e VR (virtual reality) e soprattutto perché lo si è fatto indirizzandosi ai ragazzi delle scuole. E qui si è visto come la tecnologia VR possa consentire esperienze didattiche e conoscitive impensabili fino a poco tempo fa, consentendo agli studenti di vedere e ‘toccare’ quello che stanno imparando, affiancando la pratica virtuale alle sole lezioni frontali, assemblando componenti tecnologici partendo zero. E questo ha funzionato e, nel giro di un paio di giorni, i ragazzi hanno iniziato a maneggiare concetti e manualità propri di ingegneri con anni di esperienza (sì, fa quasi venire in mente Matrix quando Neo impara il kung-fu in pochi minuti). Nel corso dell’evento è stato più volte ribadito un antico adagio confuciano: "Se ascolto dimentico... se vedo ricordo... se faccio imparo". Ed è stato proprio così, ribadendo che ascoltare, vedere e fare devono stare insieme, completandosi e integrando tutti i metodi di conoscenza.
Il funzionamento di questo metodo di apprendimento e tanto semplice quanto efficace. Nel momento in cui il nostro corpo, la mente, le orecchie e gli occhi sono coinvolti in un'esperienza totalmente immersiva, l'apprendimento di un concetto diviene molto più semplice e la permanenza nella memoria si prolunga, favorendo inoltre la partecipazione, l'interazione e l'inclusività. Uno dei punti focali della VR è proprio l'inclusività, l'apprendimento diviene altamente intuitivo, superando così anche le difficoltà oggettive o soggettive di apprendimento. Nel mondo della didattica questo tipo di tecnologia consente di ricreare scenari andando oltre alla teoria, vivendo storie passate ed immedesimandosi in personaggi storici. La tecnologia anche in questo caso è al servizio del metodo e dell'obiettivo da raggiungere, un passaggio da insegnamento ad esperienza diretta, un approccio totalmente attivo.
La possibilità di vedere o creare con le proprie mani un prodotto, pone chi deve imparare al centro del processo di apprendimento in modo attivo e non solo da mero fruitore di informazioni. Inoltre il robot viene utilizzato in modo differente in base alle fasce di età coinvolte e agli obiettivi da raggiungere.
Grazie quindi alle piattaforme mobili, ad app innovative e all’integrazione della tecnologia VR oggi diviene ancora più semplice vivere delle esperienze multisensoriali, spesso molto distanti da noi o impossibili da toccare con mano. La fruizione dei contenuti diviene totalmente attiva e partecipativa. L’obiettivo di tutto ciò è quello di far conoscere metodi didattici innovativi e avanguardistici, in cui persone di tutte le età possano imparare concetti o processi anche molto complessi (l’abbiamo visto applicando alla robotica e alla programmazione informatica) semplicemente guardando, toccando, interagendo, provando, sbagliando e confrontandosi.
Torino va avanti, quindi e ha le capacità per contrastare questo o uno dei tanti altri (veri o presunti) declini. E se anche fosse un po’ ferma a livello culturale e politico, può andare avanti grazie a realtà dinamiche e innovative come Droidcon e Swift Heroes e grazie a realtà (come Synesthesia) e progetti che guardano alla tecnologia come occasione e non (solo) come pericolosa fonte di distrazione. Perché molto spesso il problema non è nelle cose in sé, ma nell’uso (intelligente o meno) che se ne fa e, in questo caso, Swift Heroes ne ha fatto un uso innovativo, bello, intelligente e soprattutto umano e accessibile a tutti.
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