Apple iPhone SE: ok il prezzo è giusto
Apple presenta una versione finalmente davvero economica di iPhone e lancia la contro-sfida ad Android
Quando si girava la ruota con Gigi Sabani e poi Iva Zannicchi il pubblico incitava il 100! quest'anno sembra invece che i produttori Android si siano messi tutti d'accordo per incitare il 1000! Infatti, nel 2020 praticamente tutti gli smartphone top di gamma del robottino verde sono stati presentati con prezzi intorno o superiori ai mille euro. Così, ci troviamo in un mondo tecnologico ribaltato. Oggi, per acquistare uno smartphone top di gamma a un prezzo ragionevole, bisogna comprare un dispositivo Apple. Sì, è successo l'impensabile: per avere uno smartphone con massime prestazioni ben al di sotto dei 1000 euro bisogna comprare un iPhone – un iPhone SE, per la precisione – e non un dispositivo Android. Infatti, iPhone SE offre tutto quello che serve (potenza, design e materiali premium, belle foto, impermeabilità) a ben la metà del prezzo (e in certi casi anche meno) dei principali top di gamma Android usciti nel 2020. Tutto ciò sarebbe stato impensabile anche solo tre anni fa.
Certo, non si tratta di iPhone 11 o 11 Pro, che costano anch'essi 1000 euro e oltre, ma di un iPhone dal sapore un po' più 'vintage': iPhone SE, infatti, è sostanzialmente diretta derivazione di iPhone 7 (2016) e iPhone 8 (2017), che a loro volta già derivavano da iPhone 6 (2014). E alcuni potrebbero storcere il naso, perché comunque si dovrebbe pagare 499 euro per uno smartphone di sei anni fa, seppur aggiornato. Non è proprio così, perché, in realtà, iPhone SE è più di una semplice operazione nostalgia (del form factor a 4,7 pollici o del tasto home tanto caro a Trump, che in tweet dello scorso anno ne aveva invocato il ritorno direttamente a Tim Cook); infatti iPhone SE contiene il processore mobile Apple attualmente più potente (l'A13 Bionic), implementa la stessa fotocamera principale dei iPhone 11 ed è ovviamente aggiornato all'ultima versione di iOS e (come da tradizione Apple) sarà aggiornato per i prossimi anni. Insomma, dentro ci sono le stesse tecnologie di iPhone 11, racchiuse però nello chassis degli iconici iPhone degli ultimi cinque anni, che hanno segnato la storia di Apple, che piacciono a tanti e che molto probabilmente piaceranno ancora a molti. Si potrà quindi dire che iPhone SE è un iPhone 7/8 rivisitato – e per certi versi è così – ma racchiude tutte le principali (e sostanziali) feature degli iPhone del 2020, nella scheda tecnica e nell'esperienza d'uso, ed è in tutto e per tutto un top di gamma.
Nel mondo dei top di gamma Android, invece, il 2020 segna i rincari più alti forse di sempre. Analizziamo velocemente gli attuali smartphone di fascia alta Android. Google Pixel 4, parte da 899 euro ma 999 per la versione da 128gb (pari agli altri). Telefono indubbiamente top, soprattutto per il comparto fotografico, che resta uno dei riferimenti del settore (insieme ad iPhone 11 Pro e Huawei P40). Mancanze: grandangolo. Samsung Galaxy S20 Plus (e lasciamo da parte la versione Ultra), 1029 euro, ottimo dispositivo, belle foto, prestazioni all'altezza e dimensioni giuste, probabilmente l'S20 più equilibrato. Mancanze: foto ottime ma poco sotto altri top e autonomia solo nella media. Huawei P40 Pro, 1049 euro, ottima evoluzione dell'altrettanto ottimo P30 Pro, foto al top (come il cugino Mate 30 Pro). Mancanza: niente certificazione Google e quindi niente ecosistema Google (dal Play Store e tutte le altra app), problema non da poco. Oppo Find X2 Pro, 1049 euro, dispositivo sorprendente, con prestazioni davvero al top e nulla da invidiare alla concorrenza più blasonata. Mancanza: prezzo forse troppo alto. Xiaomi Mi 10 Pro, 999 euro, dispositivo con cui il brand cinese (quarto produttore al mondo) ha voluto lanciare l'assalto finale ai 'big', e sicuramente si tratta di un telefono completo e molto bello, uno dei migliori del 2020. Mancanza: certificazione ip68 di resistenza ad acqua e polvere. OnePlus 8 Pro, 919 euro, ha tutto quello che deve avere: potenza, bel design, materiali ricercati, foto ai massimi livelli e in più quest'anno guadagna finalmente la resistenza ad acqua e polvere (ip68). Mancanze: autonomia giusta, prezzo molto più alto del passato, obsolescenza rapida (visto che OnePlus lancia ben due versioni l'anno). Sony Xperia 1 II è stato solo presentato e lo attendiamo con ansia (promette di essere un tentativo di rilancio per il depresso settore mobile di Sony), ma difficilmente i prezzi saranno inferiori agli 800-900 euro.
Molto brevemente, il quadro è quindi questo: tanti ottimi smartphone, prestazioni tutte più o meno simili, qualcuno si distingue per design o per qualità fotografica particolarmente ricercata, ma il livello generale è molto simile e l'esperienza d'uso quotidiana paragonabile su tutti. Stessa cosa per il prezzo: lo standard è purtroppo ormai diventato 1000 euro; vero che in quasi tutti c'è anche il 5G (che Apple ancora non ha implementato su nessun modello, se ne parlerà probabilmente a fine anno) ma stiamo comunque parlando di prezzi lievitati di molto nel giro di uno o due anni (esempio, Xiaomi quasi raddoppiati e OnePlus in costante aumento da tre anni, ma anche Samsung e Huawei hanno spinto i loro listini in alto). In ogni caso, troppo. E probabilmente si affacceranno nuovi brand (Realme X50 Pro dovrebbe uscire intorno ai 600 euro, ad esempio) o nuove modalità per riportare giù i prezzi (refresh dei top di gamma dell'anno precedente, come Samsung Galaxy S10 Lite), perché è immaginabile che pochi vorranno spendere 1000 euro per uno smarphone Android che dopo un anno è già sorpassato e, come spesso accade, aggiornato con molto ritardo dal produttore (si sa invece che Apple aggiorna anche per quattro anni e regolarmente ogni anno).
Insomma, anche al di là dell'interessante iPhone SE (che per molti sarà un best buy), la lievitazione dei prezzi Android è ormai una questione (e non che Apple sia economica, ma che da quelle parti i prezzi fossero alti lo si è sempre saputo). Una questione che potrebbe modificare qualche scenario del sempre più statico mercato mobile. Se non saranno i produttori a cambiare qualcosa, forse ci penseranno i consumatori. Ad esempio, acquistando i tanti ottimi 'ex top di gamma' (P30 Pro, S10 plus, OnePlus 7t Pro si trovano a intorno ai 450 euro e danno ancora del filo da torcere ai loro successori) oppure imparando a mantenere i già ottimi dispositivo non più per un solo anno ma anche per due o tre. Per il futuro, quindi, un doppio auspicio per i produttori: prezzi più ragionevoli e, se vi capita, una semplificazione dei nomi, che ormai sono delle formule di matematica quantistica.
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