Il pm che fa "etica" sul caso Dj Fabo
L’archiviazione chiesta per Cappato e il “diritto alla vita”. E la legge?
Marco Pannella ci manca da quasi un anno, ma i suoi metodi di lotta funzionano sempre benissimo. Ad esempio il metodo per cui, sotto il concetto-parafulmine di disobbedienza civile, per indurre la politica a modificare alcune sue leggi si sceglie di infrangerle, platealmente, per significare di essere dalla parte inequivocabile del giusto e poi autodenunciarsi: ci provi la magistratura, ad applicare una legge “ingiusta”, succederà un macello politico. Ci provi la politica, a difendere il ruolo delle leggi vigenti, e il suo ruolo legislatore: si scatenerà un macello sociale, la Verità sta con noi. E’ il metodo che era stato applicato ai tempi dell’aborto, che è applicato su scala ormai industriale sulla cannabis, ed è già stato sperimentato per l’eutanasia.
Martedì la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione (si attende la sentenza del gip) per Marco Cappato, che si era autodenunciato per aver accompagnato in Svizzera Dj Fabo a sottoporsi a suicidio assistito. In Italia sono illegali entrambe le cose. Però funziona così.
Già nel 2015 Cappato aveva fatto lo stesso, autodenunciandosi a Roma per aver aiutato nel medesimo ultimo viaggio la militante radicale Dominique Velati. Non era accaduto nulla: magistratura e politica, in queste situazioni, fanno gli struzzi, e il gioco è fatto. Vedete? Tacete perché noi abbiamo ragione. La differenza, due anni dopo, e non è una differenza da poco, è questa: la procura di Milano non ha taciuto, ma ha avanzato richiesta di archiviazione suggerendo una propria motivazione morale (ma non dovrebbe applicare la legge?): “Le pratiche di suicidio assistito non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile e/o indegna dal malato stesso”.
Lo stabilisce il pm? Lo stabilisce il pm quando una cosa costituisce o meno una violazione del diritto alla vita? E tra “diritto alla vita” e diritto inteso come ciò che è scritto nella legge (stato di diritto) come la mettiamo? E’ un gioco facile ma non encomiabile. Non solo quello di Cappato, quanto quello di una magistratura che si arroga il diritto di legiferare, adducendo motivazioni etiche cui non è tenuta. Ma il meccanismo funziona, in un paese in cui una legge sul testamento biologico può trasformarsi in un via libera dell’eutanasia: tanto poi al massimo un pm finirà il lavoro.