Sentinelle cattoliche e sinistra, uniti contro la legge francese sulla bioetica
Dalla Spagna alla Francia, la battaglia contro il mercimonio bioetico. Lo slogan è "Marchons, enfants!"
Roma. Manifestano sotto lo slogan “Marchons, enfants” (in marcia, ragazzi) contro la bozza di legge bioetica francese. La norma, in discussione al Senato, riconosce il diritto di tutte le donne, single e omosessuali, ad avere un figlio, cancella completamente la figura del padre che non comparirà nell’atto di nascita, prevede la ricerca sull’embrione, che potrà essere coltivato in vitro fino a tre settimane, la creazione di embrioni chimerici e transgenici a scopo di ricerca e la diagnosi preimpianto per sopprimere gli embrioni “difettosi” prima di impiantarli. Nutrita è la pattuglia cattolica che protesta.
Ci sono la Manif pour tous, l’Associazione delle famiglie cattoliche, l’Alliance Vita, Éveilleurs d’espérance (legati a Marion Maréchal), le Sentinelle e VigiGender (collettivo di genitori contrari alla teoria del gender a scuola). Ma ci sono anche pezzi importanti della sinistra. In una tribuna sul Monde, numerosi esponenti dell’intellighenzia goscista si schierano contro la legge che “spiana la strada all’industrializzazione genetica degli embrioni umani a una velocità mai raggiunta prima”, alla “promessa di un bambino ‘zero difetti’”, a “un grande rischio di orientare il genoma verso scelte di ‘miglioramento’ di bambini identici” e a “una sfida antropologica che consente alla tecnologia di cambiare irreversibilmente la nostra specie”. Tra i firmatari dell’appello ci sono il filosofo Dominique Bourg; il padre della fecondazione in vitro francese, Jacques Testart, e l’icona dell’ecologismo di lotta e non di governo, José Bové, il pastore che ha marciato ovunque contro la globalizzazione da Davos a Seattle, che vuole proteggere il formaggio Roquefort e che per questo ha distrutto le vetrine dei McDonald’s e i campi di coltivazione del “Frankenfood” ogm.
Sul Figaro è intervenuta la filosofa femminista e moglie dell’ex premier Lionel Jospin, Sylviane Agacinski, che ha attaccato “i senatori e i deputati indifferenti o incoscienti o semplicemente codardi”, perché la legge in discussione in Francia trasformerebbe “le persone in cose” e “se i bambini o le madri surrogate diventano oggetto di commercio che si possono acquistare allora uno dei pilastri del diritto crolla”. Agacinski aderisce a Marchons enfants, del quale fa parte anche la Manif: “Sono scioccata nel vedere che regna un certo terrore intellettuale che squalifica i cattolici in quanto cattolici”. Sul quotidiano della sinistra Libération, Philippe Meirieu, professore emerito di Scienze dell’educazione all’Università Lumière-Lyon II, attacca la legge perché “ciò che viene deciso sotto i nostri occhi cambia radicalmente la relazione antropologica tra uomo e procreazione”, è “mercificazione dei vivi”, “eugenetica”, una “terrificante industria dell’essere umano”. E anche nel paese dove c’è una pillola per tutto, la Spagna zapaterista, spicca la condanna della maternità surrogata (“Decimos NO a los vientres de alquiler”) nel patto di governo fra i socialisti di Sánchez e Podemos di Iglesias. “L’utero in affitto mina i diritti delle donne, mercifica i loro corpi”, si legge. Non potrebbe essere più d’accordo il cardinale Antonio Cañizares, che ha definito “l’imposizione di un unico modo di pensare incompatibile con la democrazia”. Una strana alleanza che risale al 1987, quando una parte dei Verdi guidati da Alex Langer accolse il documento sulla fecondazione dell’allora cardinale Ratzinger, il quale avvertì che il mondo vitreo dell’Homunculus di Goethe era destinato a finire in frantumi.