Roma. Katrina Jackson è una leader a dir poco improbabile del fronte pro life americano. È liberal, nera e democratica in uno stato come la Louisiana, è contro la pena di morte, a favore del Medicaid e del salario minimo. Ma quando si tratta di aborto, la senatrice della Louisiana è eretica rispetto al suo stesso partito e lo chiama “moderno genocidio” (61 milioni di aborti dal 1973, l’anno della sentenza Roe vs. Wade). “Non ci fermeremo mai, è la cosa più importante per cui potremmo mai combattere nella nostra vita”, ripete Jackson. “E’ molto coraggiosa, essere una democratica pro life è una terribile solitudine”, dice di lei Kristen Day, a capo dei Democrats for Life, che oggi sembra un ossimoro ma un tempo era una nobile tradizione politica. Il Wall Street Journal in un editoriale non firmato li ha definiti così: “I democratici pro life sono rari quanto i panda, ma molti nella direzione del loro partito non saranno soddisfatti fino a quando non saranno estinti”.
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