“Quasi tutti i paesi ricchi si stanno muovendo nella direzione della liberalizzazione delle leggi sulla maternità surrogata, mentre molti dei paesi più poveri gli stanno mettendo ostacoli”. L’Economist dedica un dossier a una pratica che sta diventando sempre più consenso in occidente. Il 15 febbraio è entrata in vigore a New York una nuova legge, il Child-Parent Security Act, che legalizza la commercializzazione della maternità surrogata. Tariffa minima di un utero in affitto, 34 mila dollari. Il Michigan e la Louisiana restano così gli unici stati in America a proibire la maternità surrogata dietro compenso. Gran Bretagna e Paesi Bassi stanno valutando la possibilità di introdurre “accordi pre-concepimento”. L'Irlanda dovrebbe approvare la maternità surrogata “altruistica” (sotto forma di “rimborso”). L’industria dell’utero in affitto, del valore di sei miliardi di dollari a livello globale nel 2018, dovrebbe raggiungere i 27,8 miliardi entro il 2025, secondo a Global Markets Insights, una società di ricerche di mercato. Ma l’aumento della domanda coincide con la decisione di molti paesi poveri di chiudere. Cambogia, India, Messico, Nepal e Thailandia hanno vietato la maternità surrogata per i non residenti.
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