“Siamo una civiltà nichilista che vede nella morte una grande vittoria”
Intervista al filosofo spagnolo Miguel Ángel Quintana Paz sulla nuova legge dell'eutanasia
Il vescovo Juan Antonio Reig Pla: "Il passo successivo sono le leggi che propiziano il ‘transumanesimo’. Questa è l’ora in cui ritornano i ‘barbari’"
Per il cardinale arcivescovo di Valencia, Antonio Cañizares, il 18 marzo 2021 sarà ricordato come un “giorno di lutto”. La ragione? L’approvazione al Congresso della legge sull’eutanasia. La Spagna è il quinto paese al mondo dove l’eutanasia è legalizzata pienamente ed esplicitamente, andando ad aggiungersi a Belgio, Olanda, Canada (dove nei giorni scorsi è stata ampliata la norma) e Lussemburgo.
“Che delusione vedere deputati in piedi ad applaudire, una sconfitta per l’uomo!”, ha detto il cardinale Cañizares. “La Spagna ieri si è coperta di lutto e lacrime”. Il vescovo Juan Antonio Reig Pla è stato ancora più duro: “L’eutanasia mette fine a tutti i diritti. Non esiste più nulla di cui non possiamo disporre. Il passo successivo sono le leggi che propiziano il ‘transumanesimo’. Questa è l’ora in cui ritornano i ‘barbari’”. Reig Pla ha parlato di “un popolo anestetizzato dai media”.
Docente all’Università Cervantes di Valladolid, Miguel Ángel Quintana Paz è un filosofo raro in Spagna, è un accademico che scende sul ring, entra nei set televisivi e discute sui social. “L’eutanasia è la vittoria di una sconfitta”, dice al Foglio. “Stiamo parlando della vita e della morte. Stiamo parlando di quale significato diamo alla vita, di quale civiltà creiamo, che considera il fatto di morire una liberazione”. L’ex premier socialista José Zapatero aveva iniziato a parlare di eutanasia già nel 2004. “Poi iniziarono a uscire dei film pro eutanasia. Il governo spagnolo è stato molto intelligente e perverso, ha introdotto una legge simile quando non poteva avere un’opposizione per le strade a causa della pandemia. Ha a che fare con il tema del nichilismo, dietro a tutto questo c’è l’idea che la vita non è un bene. Il bene oggi è la vita piacevole, divertente, utile, e se perde questa dimensione non c’è motivo di continuare tutto questo e l’eutanasia diventa un’attrattiva fatale. La libertà è il grande valore del nostro tempo, ma è una libertà per finirla con la libertà”.
E’ una battaglia persa secondo Miguel Ángel Quintana Paz, anche se un paio di vescovi continuano a denunciare. Lourdes Méndez Monasterio, di Vox, ha definito la giornata della votazione come segno di “ignominia, della cultura dello scarto e della morte…”. “Anche fra i Popolari, che hanno votato contro, molti deputati sono a favore”, dice Miguel Ángel Quintana Paz. “Non c’è nessuna opposizione dalla chiesa, dagli intellettuali, dalle figure morali. E’ una battaglia persa. L’idea che l’eutanasia sia popolare è perché non c’è alcuna opposizione culturale su queste tematiche. Il cristianesimo stesso diventa fare qualcosa di buono e bello per gli altri, quindi se l’altro vuole morire diventa cristianamente perverso anche ucciderlo. Stiamo parlando, insomma, di un terreno deserto poiché tutti i nostri argomenti etici si basano su una cosa: evitare la sofferenza nostra e degli altri, perché non sappiamo più dare un senso a nessuna sofferenza”.
Fra qualche anno non se ne parlerà neanche più. “Peggio, forse fra qualche anno parleremo dell’eutanasia come in Belgio e in Olanda, introducendo anche quella per i bambini, che sono i più deboli. Perché negare loro una via di uscita dalla sofferenza, si penserà? E’ irresistibile e ha molto a che vedere con l’attuale corso del progresso internazionale, in cui la Spagna è molto ‘avanzata’. Neanche i cattolici sono più impegnati contro l’eutanasia e altri fronti. Anzi, molti sono a favore. Tutto è decaduto in una benevolenza umanitaria e astratta. E’ una grande eresia cristiana”.