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C'è morte per te

In Canada in sei anni l'eutanasia è passata da illegale a fuori controllo

Giulio Meotti

In soli sei anni, il Canada è passato dal divieto totale a uno dei regimi di eutanasia più permissivi al mondo. L'eutanasia è ufficialmente denominata “assistenza medica alla morte” o “MAiD”. Quello che una volta era un crimine nel diritto è diventato qualcosa di distinto e progressista anche a causa della ginnastica linguistica

“Se uccidiamo con delle giustificazioni, finiremo per uccidere sempre di più”, ha detto Papa Francesco questa settimana. Basta chiederlo ad Amir Farsoud, canadese che vive a St Catharines, vicine alle cascate del Niagara. Farsoud dipende dall’assistenza sociale e non riesce a trovare un alloggio a prezzi accessibili. “Non voglio morire, ma non voglio essere un senzatetto più di quanto non voglio morire”, ha detto. “Nelle mie attuali condizioni di salute, non sopravviverei comunque”. Un medico ha così già firmato la sua domanda per “MAiD”. 

 
In Canada, la parola “eutanasia” è usata raramente. La pratica è ufficialmente denominata “assistenza medica alla morte” o, nella forma acronimizzata e cloroformizzata, “MAiD”. Quello che una volta era un crimine nel diritto è diventato qualcosa di distinto e progressista anche a causa della ginnastica linguistica. Farsoud, dunque, ora aspetta la seconda firma per accedere all’eutanasia. Ha paura di diventare un senzatetto. 

 
Nel 2016, il Canada ha depenalizzato l’eutanasia per gli adulti consenzienti vicini alla morte. Nel 2021, una nuova legislazione ha concesso l’accesso all’eutanasia agli adulti con sofferenze indipendentemente dal fatto che fossero terminali. Il prossimo marzo, a meno che non intervengano i legislatori, le persone che soffrono di malattie mentali diventeranno candidati all’eutanasia. In soli sei anni, il Canada è passato dal divieto totale dell’eutanasia a uno dei regimi di eutanasia più permissivi al mondo. Sul Toronto Star - il quotidiano liberal del Canada - i disabili definiscono la legge sull’eutanasia come “Hunger Games style social Darwinism”. In pratica la legge sta aiutando a morire persone disabili, economicamente indigenti o depresse. First Things lo definisce il “regime omicida canadese”. Il Globe and Mail si domanda se non siano andati troppo oltre, chiedendo  l’eutanasia dei bambini. The Critic parla di “eutanasia, termine ultimo del liberalismo”. 

  
E i canadesi si sono avvalsi dell’ampliamento dei criteri di ammissibilità. Solo nel 2021, più di diecimila canadesi sono morti per eutanasia, con un aumento del 32,4 per cento rispetto al 2020. Il 36 per cento ha citato “l’onere sulla famiglia, gli amici o gli operatori sanitari” come parte della loro decisione e il 17 per cento ha citato “isolamento o solitudine”. Quella che originariamente doveva essere un’opzione solo per le persone che bussano alla porta della morte è ora utilizzata un po’ da chiunque se la passi male. L’ultima idea è quella di estendere l’eutanasia ai bambini disabili. Questa proposta è stata avanzata dal Quebec College of Physicians. “È difficile scrollarsi di dosso la sensazione che il Canada sia su una strada che finisce con il permettere l’eutanasia per qualsiasi motivo”, commenta il Vancouver Sun. “Dal 2016, ci sono stati 31mila decessi assistiti in Canada – due terzi del numero di decessi da Covid – e il ritmo potrebbe aumentare quando l’attuale divieto di estendere la legge alle persone con malattie mentali scadrà il prossimo marzo”, commentava ieri il National Post. Il 17 marzo 2023, la legge canadese cambierà per includere i disabili mentali. 

  
Una nuova legge stabilisce un programma di eutanasia presentato come una soluzione al problema dell’invecchiamento della popolazione. Si intitola “Plan 75”, lungometraggio di Chie Hayakawa lanciato al Festival di Cannes. A 78 anni, Michi lavora come domestica in un hotel. Sola, senza famiglia, Michi sceglie il “piano 75: “Gli esseri umani non possono scegliere la propria nascita, ma è una buona idea scegliere la propria morte”. Il compito del giovane Hiromu è quello di “vendere” questo programma, anche con uno stand  nelle mense per i senzatetto e fino al ritrattamento industriale delle cremazioni. Fantascienza?
 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.