Freccero sulla bufera Porta a Porta: vogliono rottamare Vespa
“Magari quest’episodio sarà il pretesto per togliergli qualche puntata. Credo che vogliano rottamare anche lui”. Carlo Freccero, in una intervista al Fatto, coglie l’essenziale della grande querelle sull’intervista di Bruno Vespa a Riina jr. su cui si sono esercitati i tromboni dell’antimafia da parata, in questo caso parassiti di un regolamento di conti in Rai. Il guru della tv dice anche una cosa intelligente che il Fatto mette nel titolo: “Gli occhi del figlio sono la prova che la mafia esiste”. Ricordarlo giova, sostiene Freccero, perché “in Italia si vuole fare passare l’idea che la mafia non esiste più”.
Il mago della comunicazione sa benissimo che una sciocchezza del genere nessuno la sostiene, a parte i mafiosi come il figlio di Riina. Però è trendy pensare di battersi contro i “negazionisti”, che non esistono. In tv per esempio funziona benissimo e tanto basti. Più complicato dire che la mafia quando manda i figli dei boss in tv svela la sua debolezza, il ripiegamento dei suoi stessi codici. Ancora più complicato, e impopolare, è raccontare come, proprio partendo da questa debolezza, indagini della procura di Palermo abbiano smantellato tentativi di ricostruzione dei mandamenti mafiosi in città e provincia, mandando molti mafiosi in galera. A condurre le indagini pm di cui non si parla in televisione, al contrario del pm “più temuto dalla mafia” che ha ben altro da fare. Parlare con Massimo Ciancimino, un altro figlio di mafioso che racconta balle.
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