L'eccessiva sicurezza del M5s
“Vedo troppa sicurezza, una sorta di presunzione”, dichiara all’agenzia AdnKronos un senatore del M5s, con garanzia di anonimato. “La stessa sicumera che ho avvertito alle Europee, quando il ‘vinciamo noi’ era diventato un must. Sappiamo come è finita: con le pasticche di Maalox ingurgitate da Grillo in diretta sul blog”. Può essere una sorta di esorcismo, un atteggiamento scaramanticamente pessimista e per di più l’anonimato non giova all’autorevolezza del messaggio. Ma una certa logica c’è. Il senatore si riferisce a Roma dove il Movimento combatte la battaglia decisiva e la candidata è in difficoltà, inguaiata dalle rigide regole di trasparenza sul curriculum.
Quello che emerge non è poi così terribile ma può inimicare a Virginia Raggi una quota di elettorato di sinistra anti-renziano disponibile a votarla, proprio nel momento in cui la candidatura di Giorgia Meloni si appresta a drenare un voto di destra altrimenti destinato ai grillini. Mentre la distanza di Giachetti è di due o tre punti al massimo. Rischia davvero di perdere, e se perdesse cosa resterebbe al M5s? Né Napoli, né Milano dove ha scelto di non combattere nemmeno. Né Trieste, né Cagliari dove la sinistra è largamente favorita. Può arrivare al ballottaggio a Torino, forse. Ma è molto difficile che la spunti in una città che non ha mai mostrato propensione per il M5s nelle precedenti prove elettorali. Resterebbe Bologna, ma anche qui i sondaggi mostrano una tenuta della giunta uscente. Se perde a Roma rischia di mancare tutti gli obiettivi. In quel caso, altro che Maalox.
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