Gennaro Migliore e "Skype per i mafiosi"
Deve essere andata così: “Guarda, sul Centro, un quotidiano abruzzese, c’è una dichiarazione di Gennaro Migliore che dice che il 41bis deve essere rispettoso della Costituzione e che nelle carceri si potrebbe introdurre Skype”. “Ah, Migliore. Quello che da Sel è passato al Pd e per premio l’hanno fatto sottosegretario. Alla Giustizia, addirittura. E poi ha dato ad aprile una intervista al Foglio in cui sosteneva che la divisione delle carriere doveva essere quella fra certi pm e certi giornalisti, ma vi rendete conto?”. A questo punto si inserisce un terzo, forse più autorevole: “Titolo di prima, a tutta pagina : ‘Vogliono dare Skype ai mafiosi’ con sotto un paio di foto, Riina e Bagarella andrebbero benissimo. La trattativa trionfa, questo il tema”. Riprende la parola il primo, timidamente: “Queste poche righe di giornale non sono chiarissime, magari lo chiamo, conferma e ci leviamo il pensiero”. Al telefono. “Pronto? Migliore? E’ vero che vuole dare Skype ai mafiosi al 41 bis?” “Che cazzo dice? E’ pazzo? – Migliore di solito è un giovane molto educato, ma perfino per lui c’è un limite a tutto – ho parlato di Skype per i detenuti comuni e a certe condizioni. Sul 41 bis ho fatto un discorso di carattere generale senza proposte concrete”. Si torna in redazione. “Ha detto che parlava dei detenuti comuni, non dei mafiosi”. “Balle. E poi la prima pagina è già fatta”. “Ma ha smentito!”. “E tu scrivi che sta già facendo marcia indietro”. “ Ma se poi ci manda una lettera?”. “Prenderemo atto che ha cambiato idea”. Per le ultime due battute è andata esattamente così, basta leggere il Fatto di domenica. Il resto è una ricostruzione di fantasia. Quanto arbitraria, giudichi il lettore.
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