Corsi e ricorsi del rinviare il voto

Massimo Bordin
Archiviata, è da sperarsi, l'idea di rinviare il referendum del 4 dicembre, qui oggi si deve riparare a un errore fatto parlando per radio. E' venuta in soccorso dell'approssimativo cronista la formidabile memoria politica di Ugo Sposetti per ricordare che un precedente di rinvio di un appuntamento

Archiviata, è da sperarsi, l’idea di rinviare il referendum del 4 dicembre, qui oggi si deve riparare a un errore fatto parlando per radio. E’ venuta in soccorso dell’approssimativo cronista la formidabile memoria politica di Ugo Sposetti per ricordare che un precedente di rinvio di un appuntamento elettorale nella storia della Repubblica effettivamente esiste. La vicenda è anche ricca di interesse. Il 3 dicembre 1977 la Gazzetta Ufficiale pubblicò il testo di un decreto-legge che stabiliva di rinviare di sei mesi le elezioni provinciali e comunali che si sarebbero dovute tenere entro l’anno.

 

Le motivazioni addotte nel testo erano abbastanza vaghe, quelle vere riguardavano una richiesta agli alleati da parte della Dc che aveva bisogno di tempo per far digerire al suo elettorato il “governo delle astensioni”, fra le quali quella del Pci. Rinvio provvidenziale perché il governo andò in crisi poco dopo per scelta dei sindacati, il Pci chiese di entrare in maggioranza e Aldo Moro, nel suo ultimo discorso, convinse i democristiani recalcitranti spiegando loro che quei mesi guadagnati sarebbero serviti a logorare i comunisti e si sarebbe visto proprio alle elezioni amministrative rinviate. Andò esattamente così, anche se Moro fu ucciso poche settimane prima del voto. Quelle elezioni parziali furono disastrose per il Pci perché il suo arretramento risaltò particolarmente rispetto al risultato delle politiche di due anni anni prima. Il precedente dunque c’è, è storicamente significativo ma anche variamente interpretabile nel momento attuale.

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