L'"Accozzaglia", la sinistra riformista e una vecchia questione
Al fondo, chi vota No turandosi il naso per Salvini e CasaPound, e anche per Grillo, lo fa perché sostiene che proprio la politica troppo moderata della sinistra aiuta, in tempi di crisi, l’ascesa delle forze xenofobe e razziste
Questa storia della “accozzaglia”, che tanto ha offeso i sostenitori del No, più che per motivi di bon ton può essere criticata per motivi politici. E’ banale dirlo ma un referendum determina l’aggregazione di forze diverse che in genere non viene dissolta da chi ne fa oggetto di polemica. Giorgio Almirante, nel suo appello finale per il referendum sul divorzio, invitò gli elettori dei partiti di centro a non votare insieme ai comunisti. Finì che anche buona parte dell’elettorato di estrema destra votò per mantenere la legge. Certo, poi ci sono nella propaganda elettorale situazioni paradossali. Fa effetto vedere manifesti per il No con la parola d’ordine “Contro la svolta autoritaria” firmati da Forza Nuova. Insomma c’è poco da offendersi, anche perché, se accozzaglia suona male, non è che “serial killer” possa passare per un ponderato giudizio politico. La questione seria comunque è un’altra, come sempre. Al fondo, chi vota No turandosi il naso per Salvini e CasaPound, e anche per Grillo, lo fa perché sostiene che proprio la politica troppo moderata della sinistra aiuta, in tempi di crisi, l’ascesa delle forze xenofobe e razziste. Dunque la priorità è sconfiggere quella sinistra che non piace, per cambiarla e poi regolare i conti con la destra “cattiva”. Un dibattito che dura da tanto tempo e che è difficile dire quando finirà. E’ cosa certa invece quando è nato in Europa. Nel 1933.