Cosa c'entrano i Forconi con la Costituzione e i suoi "partigiani"
Dietro l’idea dell’arresto in nome di un articolo della costituzione si può ritrovare l’eco delle teorie di certi magistrati palermitani
Una espressione, che pare sia stata usata dai soggetti che ieri hanno tentato di “arrestare” il parlamentare Osvaldo Napoli, può forse far riflettere. Uno degli energumeni avrebbe affermato che l’azione veniva eseguita in nome di un articolo della Costituzione, non meglio precisato. Si può pensare allo strafalcione di un ignorante. Ovviamente gli arresti si eseguono per violazioni del codice penale, ma a furia di citazioni a sproposito della carta costituzionale non deve stupire che essa finisca per essere invocata mentre palesemente si commette qualcosa che mima – è da sperare che a questo ci si limitasse – un sequestro di persona. Però, a ben riflettere, l’azione dei Forconi, così motivata, può essere considerata qualcosa di più di una applicazione di qualche sconclusionato ragionamento del capocomico e dei suoi seguaci. Dietro l’idea dell’arresto in nome di un articolo della costituzione si può ritrovare l’eco delle teorie di certi magistrati palermitani, auto definitisi “partigiani della Costituzione”, che in nome della violazione di essa, e non dei codici, proclamano di fondare l’azione penale. Difficile pensare che gli energumeni abbiano letto i libri del procuratore generale Roberto Scarpinato, al quale naturalmente qui non si vuole addebitare certo alcuna responsabilità oggettiva dell’accaduto. Il fatto è che, senza nemmeno saperlo, dal punto di vista teorico il flash mob, chiamiamolo così, a questo finiva per alludere. Del resto teorie innovative del diritto implicano nuove forme di polizia giudiziaria.