Una crepa (virtuale) nella monolitica propaganda grillina
Proprio nei social network il movimento di Grillo arretra
L’esperienza ormai ha insegnato che non c’è un rapporto diretto fra il consenso al M5s e quelli che l’informazione politica presenta come clamorosi insuccessi o infortuni. L’ultima delle molte verifiche in merito ha riguardato la gestione del comune di Roma. Una martellante e impietosa, ma indiscutibilmente fondata su fatti, campagna mediatica ha solo lievemente scalfito nei sondaggi le massicce percentuali pentastellate. Si è confermato come Grillo, Raggi, Di Battista e compagni possano affermare le più evidenti castronerie o combinare i pasticci più assurdi senza vedersi sostanzialmente revocare da una quota significativa di opinione pubblica l’investitura almeno a principale forza di opposizione. Dunque è difficile pensare che il mood possa cambiare per l’ultima ridicola pantomima europea, svoltasi con personaggi e ambienti sconosciuti ai più. Eppure, nel suo blog sull’Huffington Post, Guido Pietrangeli nota una crepa nel tessuto più compatto nel sostegno e nella propaganda del M5s. Proprio nei social network il movimento di Grillo arretra. Niente più sciami di tweet e post osannanti, pur provenienti da account improbabili, piuttosto netta predominanza di commenti critici, taluni sferzanti, con largo corredo di consensi e poche opposizioni. Il dato numerico più interessante è il raffronto su Facebook fra il comunicato di Grillo, con la sua spiegazione del mancato accordo con l’Alde, e quello, assai critico di Salvini che ha ottenuto più commenti, più condivisioni ma soprattutto un numero di consensi infinitamente superiore (26mila contro duemila). Non è un sondaggio ma è comunque interessante.