Foto di Robert Cheaib via Flickr

Al centro italiano di fotografia di Torino si supera perfino il teorema Ingroia sulla “trattativa”

Massimo Bordin

Fra gli oggetti ritratti in foto c’è anche la Bibbia che teneva nella sua cella Bernardo Provenzano. La didascalia che accompagna la fotografia è quantomeno particolare

Si deve ad Enzo Cucco, antico militante radicale torinese, la segnalazione su Facebook di una singolare didascalia nella mostra di Valerio Spada al centro italiano di fotografia di Torino. Fra gli oggetti ritratti in foto c’è anche la Bibbia che teneva nella sua cella Bernardo Provenzano. La didascalia, in italiano e inglese, è effettivamente singolare. Si ricorda come all’interno del volume Provenzano conservasse immagini sacre insieme a note e foglietti ma anche volantini elettorali e si segnala che “secondo il fratello del magistrato Paolo Borsellino… i voti di scambio erano alla base dei negoziati fra stato e mafia, ragione per cui il presidente italiano Giorgio Napolitano è stato rieletto per un secondo mandato, all’età di 88 anni, per la prima volta nella storia italiana. La sua riconferma è stata evidentemente una garanzia di continuità nei negoziati fra stato e mafia, come nel periodo delle bombe fra il 1992 e il 1993”.

 

La tesi è innovativa e supera perfino il teorema Ingroia sulla “trattativa” che infatti qui viene promossa a veri e propri “negoziati”. L’esiguità, spinta fino all’inesistenza, di qualsiasi riscontro evita la necessità di una confutazione, pur nella rassegnata certezza che alcuni cretini prenderanno per oro colato la deduzione della didascalia. L’uso dell’avverbio “evidentemente” non può che definirsi spudorato ma nel testo la chiave sta in altre due parole: “la prima volta”. La rielezione fu una novità assoluta, dunque non poteva che essere stata partorita in Sicilia, dalla mafia. Alla fine la logica, si fa per dire, è sempre questa, contro ogni evidenza.

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