Le "prove inconfutabili" su Graviano
"Non sapeva di essere intercettato", dice il pm del processo Trattativa. Per saperne di più basta aspettare due giorni, ma la curiosità è legittima
“Abbiamo prove assolutamente inconfutabili del fatto che Graviano non sapesse di essere intercettato”. Di più il procuratore aggiunto Vittorio Teresi, che guida il pool di pm del processo Trattativa, non dice. La discovery avverrà in udienza e ieri ne ha parlato alla libreria Feltrinelli di Palermo, dove si presentava un libro, “Quel terribile 92”, scritto da Aaron Pettinari, il giornalista di AntimafiaDuemila che segue le udienze del processo. Per saperne di più basta aspettare due giorni, la prossima udienza è venerdì, ma la curiosità è legittima se si considera la certezza perentoria di Teresi quando parla di prove “assolutamente inconfutabili”. Per di più è singolare che proprio il procuratore aggiunto abbia fatto precedere il suo annuncio stentoreo da una preoccupata premessa. “Noto in questi giorni delle certezze assiomatiche che mi fanno paura. Tutti hanno la certezza assoluta che Giuseppe Graviano sapesse di essere intercettato”. Evidentemente le certezze assolute competono, secondo Teresi, solo alle procure e in fondo ha ragione, perché nessuno ha mai scritto che c’è la certezza, bensì il ragionevole dubbio e qualche indizio, che il capo mafia avesse messo in conto quanto le sue parole potessero essere ascoltate dagli inquirenti. Questo basta a depotenziare il valore probatorie di quelle parole, fermo restando che in merito certezze assolute sarebbe difficile averne e dunque si giustifica la curiosità sulle “prove assolutamente inconfutabili” che la procura si appresta a produrre.