Che fine ha fatto la storia del Parlamento “illegittimo”?
L'argomento, pur infondato, è stato utilizzato a lungo da politici e non. Poi, all'improvviso, è scomparso dal dibattito
Capita di avere un’ossessione, per fortuna passeggera, su una questione magari futile. Per esempio la fortuna in politica di argomenti palesemente infondati eppure di largo consumo nella polemica. Certi temi divengono rapidamente un tormentone poi all’improvviso, senza un motivo apparente, spariscono. Nessuno li usa più senza che qualcosa di concreto, una confutazione che non fosse presente fin dall’inizio, lo giustifichi. Ricordate le denunce sulla illegittimità di questo Parlamento, eletto con una legge elettorale successivamente bocciata dalla Corte costituzionale? L’argomento, fu fatto notare subito, non stava in piedi. La stessa Consulta si era premurata di chiarire che la sua decisione non poteva riverberarsi sulle prerogative del Parlamento comunque eletto, eppure nei talk, nelle dichiarazioni, perfino fra i docenti di diritto costituzionale, l’anatema contro il Parlamento “illegittimo” continuò ad avere corso. Non passava giorno che la questione non fosse sollevata da qualcuno. Poi a un certo punto, forse perché ormai la legislatura aveva superato la metà del suo cammino, passò di moda, per così dire. Nessuno ormai ne parla più , anche se sarebbe logico continuare a fare presente, se veramente la si fosse creduta tale, un’anomalia del genere. Invece no. Sembra che la demagogia, sgradevole modo di affrontare la realtà, abbia nel suo recedere una insospettabile leggerezza.