Tutti sconvocati
Il duo che avrebbe dovuto rinnovare la sinistra in nome delle famose istanze della base, ha revocato l’assemblea decisiva e annunciato documenti separati
Era facile prevedere che sarebbe finita così. Anna Falcone & Tomaso Montanari, il duo che avrebbe dovuto rinnovare la sinistra in nome delle famose istanze della base, ha sconvocato l’assemblea decisiva e annunciato documenti separati. La sinistra ha vissuto disgrazie peggiori e anche oggi patisce problemi più seri delle velleità di una avvocata e di uno storico dell’arte improvvisatisi suoi federatori. La situazione si presterebbe all’ironia ma la sua prevedibilità renderebbe qualsiasi commento scontato fino alla banalità. Più utile a questo punto prendere sul serio la faccenda e notarvi una contraddizione e un dato politico significativo. La contraddizione sta nell’annullamento dell’assemblea dove, naturalmente dal basso, dovevano scaturire le decisioni finali. Non si può non notare come la sconvocazione sia avvenuta invece dall’alto, con apposito comunicato. I motivi della rinuncia sono il dato politico sul quale a sinistra converrebbe riflettere. I due autonominati federatori hanno dovuto prendere atto che nulla potevano contro pezzi di nomenclatura politica più che altro volti a garantirsi la sopravvivenza ma pur sempre più radicati di loro. Se i due hanno agito in buona fede inevitabile applicare loro la categoria del velleitarismo. Se invece avessero solo cercato un trampolino verso una candidatura ben posizionata per ora tentare di passare all’incasso separatamente, come sempre meglio fare in questi casi, non di velleità si sarebbe trattato ma di grossolano cinismo. Non si tratterebbe comunque di condannarli, piuttosto di osservare come lo stato attuale della sinistra produca anche questi danni collaterali nel suo elettorato.