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Cosa ci fa Meloni affianco ai M5s

Massimo Bordin

Introducendo il tema del vincolo di mandato per gli eletti in Parlamento, il leader dei Fratelli d'Italia strizza l'occhio ai grillini

Giorgia Meloni, ieri, con l’intervista a questo giornale ha di fatto schierato il suo partito, Fratelli d’Italia, a fianco del M5s sul tema dell’introduzione del vincolo di mandato per gli eletti in Parlamento. Per la verità, come ha notato Marco Taradash sui social network, Meloni arriva a questa buona proposta solo terza, dopo che sia il Cavaliere, sia Matteo Salvini l’avevano già praticamente fatta propria. Non è detto che Berlusconi terrà ferma questa posizione durante tutta la campagna elettorale ma non è nemmeno impossibile. In fondo per realizzare una riforma, diciamo, del genere occorre attivare la procedura di riforma costituzionale che non è breve ma è densa d’insidie. Dunque ci sarà tutto il tempo.

 

Sta di fatto che la campagna elettorale parte con una maggioranza sulla carta già capace di modificare la democrazia rappresentativa così come l’abbiamo finora conosciuta. Si può pensare a un approccio ideologico, sia pure raffazzonato, per i Cinque stelle e lo stesso più o meno per la Lega. Per Fratelli d’Italia poi, la matrice ideologica più che confusa è inquietante.

 

Ma Berlusconi e Forza Italia, tenuta a battesimo da Antonio Martino e Giuliano Urbani, che c’entra ? La risposta probabilmente c’è ed in fondo rasenta la banalità. La categoria del trasformismo, o meglio ancora quella pre-politica del tradimento, è stata largamente usata, in questa legislatura e per la verità anche nelle precedenti, nella polemica del centro destra verso i suoi numerosi transfughi e l’elettorato ha dato mostra di apprezzare. Poteva tirarsi indietro il Cavaliere, così sensibile ai sondaggi? Però ora la faccenda si fa rischiosa.

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