L'economia circolare di Raggi sono le pecore tosaerba
L'assessore all'Ambiente di Roma ha annunciato che saranno introdotte anche delle mucche per "occuparsi" del verde pubblico
Le pecore che brucano l’erba fra le rovine dell’antica Roma a due passi dai palazzi e dalle chiese del centro rinascimentale. Un classico della paesaggistica romana del Sette-Ottocento, dipinta a olio o acquerello. Più che l’Arcadia, l’osservatore malizioso e anticlericale vi leggeva il degrado della capitale, governata dal Papa Re, rispetto alle altre capitali europee. Qualcosa di simile si sta riproponendo con la decisione dell’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari di generalizzare un esperimento già in corso al parco della Caffarella, vicino alla Via Appia antica, dove greggi di pecore, di proprietà comunale, vengono condotti a brucare dove prima operavano i tagliaerba meccanici. Anzi siccome in alcuni tratti l’erba è diventata bella alta, l’assessore ha annunciato che ora verranno portate anche delle mucche.
Nel frattempo gli animalisti di una associazione legata a Michela Brambilla lamentano i rischi che corre una famiglia di sei cinghiali ormai da tempo acquartierata presso il monumento ai Caduti sul fronte russo. Deve trattarsi della stessa famigliola avvistata in un paio d’occasioni sul lungotevere. Evidentemente si concedono qualche passeggiata. Quanto alle pecore tosaerba, il presidente della commissione ambiente del comune, Daniele Diaco del M5s, loda il loro utilizzo notando come così si risparmierebbe sul costo del cibo per gli ovini comunali e si modernizzerebbe l’antica pratica della transumanza, attivando il meccanismo virtuoso dell’economia circolare. Quando saremo tornati al baratto sarà fatta. Altro che uscita dall’euro.