A che punto è l'inchiesta su Consip?
Scafarto che diventa assessore a Castellammare di Stabia ci ricorda come la vicenda sia completamente uscita dalla attenzione della stampa
Non metterebbe neanche conto parlare della inopportunità del passaggio del maggiore Giampaolo Scafarto dall’Arma alla giunta comunale di Castellammare di Stabia, non fosse altro perché perfino Il Fatto ne conviene. “L’assessore Scafarto” suona davvero come il titolo di un film con Totò e Marco Travaglio non poteva non accorgersene. Qualche considerazione però può essere forse utile. Scafarto ora si scusa con la famiglia Renzi e si attesta sulla giustificazione dell’errore materiale, tesi proposta dal giudice del riesame - che ha accolto il ricorso della difesa annullando la sospensione per un anno dell’ufficiale indagato - e confermata dalla cassazione. Queste due decisioni però non certificano, come sostiene Il Fatto, la assoluta limpidezza dell’operato dell’ufficiale. La cassazione sostiene soltanto che il provvedimento di sospensione è eccessivo rispetto alla quantità di prove al momento in possesso dell’accusa. È un punto per la difesa, ma non è un punto fermo. L’inchiesta comunque va avanti. La domanda che il lettore però potrebbe porsi è un’altra. Nel frattempo, l’origine di tutto, l’inchiesta sugli appalti Consip, pur privata dell’apporto di Scafarto, a che punto è? Il cronista non può che registrare come la vicenda sia completamente uscita dalla attenzione della stampa. Due possibili risposte, maliziose ma ragionevoli, possono essere avanzate. Forse, nella nuova situazione politica, “il più grande appalto d’Europa” non interessa più. Oppure, dal momento in cui sono cambiati inquirenti e investigatori, un flusso di indiscrezioni mirate si è bloccato, con tanti saluti al “giornalismo di inchiesta”.