Dizionario dei luoghi comuni del nuovo presidente dell'Antimafia
Un pentastellato al vertice della commissione bicamerale. Poca discontinuità ma almeno un colpo d’ala: il professore cita Kant e Gesualdo Bufalino
La trattativa? C’è ancora molto da scoprire, la verità non è stata ancora tutta accertata. Bisogna studiare la mafia invisibile, quella dei colletti bianchi che alle coppole e alle lupare preferisce menti raffinatissime. Fermiamoci qui. Quello che precede, una sorta di dizionario dei luoghi comuni in tema di mafia, è l’inizio della prima intervista del senatore Nicola Morra in veste di presidente della commissione Antimafia. Può stupire che in questo piccola rubrica non si sia particolarmente preoccupati dell’arrivo di un pentastellato al vertice della commissione bicamerale ma in tutta franchezza non si riescono a trovare grandi differenze col passato. A parte l’uso logorante di immagini ed espressioni ormai stantie, entrando nel merito non sì può non notare che l’indagine sulla famosa trattativa fu condotta, parallelamente alla procura di Palermo, da una commissione Antimafia presieduta da un autorevole parlamentare di Forza Italia. Ora il presidente Morra vuole approfondire su un terreno già arato ma non sembra criticare il lavoro svolto dai suoi predecessori su questo e altri temi che pure cita. Semmai, a voler insistere in quella che si può ritenere una provocazione e in parte lo è, qui si può aggiungere che alla fine dell’intervista c’è perfino un colpo d’ala. Il solido professore di liceo cita il pensiero di Kant, non di Rousseau, come strumento indispensabile a combattere la mafia e cita Gesualdo Bufalino quando diceva che sarà un esercito di maestri elementari a sconfiggerla. Non basta a segnalare un salto di qualità ma è già qualcosa.