Il senso politico del ritorno di Luttazzi. E della cancellazione di Luca e Paolo
Freccero apparecchia il cambiamento che può frenare l’emorragia di consensi del M5s galvanizzando la peggiore sinistra. Ma non c'è contrapposizioni con la sospensione del programma del duo. Il Pd ne prenda nota
Se Leoluca Orlando, di cui si parlava qui, è un mago della comunicazione politica, Carlo Freccero è un mago della comunicazione più modernamente intesa, quella che riesce a imporsi alla politica dandole i tempi. Mentre Salvini il truce galvanizza, a spese dei neri, l’elettorato della peggiore destra rubando così consenso ai Cinque stelle, Freccero apparecchia il cambiamento che può frenare l’emorragia galvanizzando la peggiore sinistra, quella che dal PalaVobis si era poi trasferita al Vaffaday. A loro è dedicato il ritorno in Rai di Daniele Luttazzi, anche perché sono gli unici a ricordare chi sia. E’ un elettorato strategico per il M5s ma è divenuto friabile dopo le concessioni pesanti di Di Maio ai leghisti, ai quali l’ex “popolo viola” d’inizio millennio non perdona il lungo sodalizio col Cavaliere. Il senso politico dell’annuncio del nuovo direttore di Raidue è chiarissimo ed è anche logico che l’opposizione cerchi di contrastarlo. Sbaglia però chi punta a contrapporre il ritorno di Luttazzi alla contemporaneamente annunciata sospensione del programma di Luca e Paolo. Eppure su questo tema sono partiti ventre a terra diversi deputati Pd. Gli unici a gettare acqua sul fuoco sono stati proprio Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, persone intelligenti, come Freccero del resto, che hanno minimizzato, pur non approvandole, le parole del direttore rispetto alle quali, secondo loro, parlare di epurazione è esagerato. Ne tenga conto il Pd, non solo perché di epurazioni in Rai ognuno ha fatto le sue, ma soprattuto perché uno scontro sulla Rai, nella politica italiana, può divenire più insidioso e devastante di uno sulla manovra economica. E’ sperabile Luca e Paolo rimangano dove sono.