Sulle ong la magistratura ha scelto di seguire la politica
Zuccaro, lanciando la sua campagna aveva parlato di un piano di sostituzione etnica, a Palermo hanno parlato di gommoni solo per terroristi. Nuove ricerche di centralità
Lo sfaldamento delle indagini sulle ong avviate su largo raggio dalla procura di Catania e poi articolate da altre procure siciliane prosegue e si rinnova ogni volta che le tesi della procura arrivano di fronte a una successiva verifica processuale. L’ultima in ordine di tempo riguarda la decisione del tribunale del riesame di Catania di annullare il sequestro dei conti bancari dell’armatore della nave Aquarius, accusato di smaltimento illegale di rifiuti infetti. La questione sta diventando imbarazzante. Mai una inchiesta partita come una vera e propria campagna giudiziaria aveva ricevuto smentite unanimi dalle istanze giudicanti immediatamente successive. Si tratta di un fatto, non di un commento. E’ anche un fatto però che le inchieste proseguono perché attivate da più procure praticamente a ciclo continuo. La situazione è solo in apparenza paradossale e va messa in rapporto con due questioni: la famosa chiusura dei porti e l’organizzazione interna delle procure. I porti naturalmente non sono chiusi, al di là dei proclami del Truce e del cosiddetto ministro Toninelli. Le singole autorità portuali però devono fare i conti con indagini ancora formalmente aperte e subiscono una innegabile pressione per il rischio di ritrovarvisi coinvolti. Quanto alle procure, pochi hanno notato come le direzioni distrettuali antimafia siano state investite anche dell’antiterrorismo. Per questo in Sicilia le Dda forzano il tema dell’immigrazione dandogli risvolti terroristici azzardati. Zuccaro, lanciando la sua campagna aveva parlato di un piano di sostituzione etnica, a Palermo hanno parlato di gommoni solo per terroristi. Nuove ricerche di centralità di una magistratura che ha scelto di seguire la politica.