L'inizio della storia politica di Giulia Sarti, che spiega la sua fine
Un esempio dei punti di contatto fra alcune sciocchezze fatte proprie dal Pd e ripetute a pappagallo dal M5s. Fellini, riminese come lei, sulle vicende della deputata grillina ci avrebbe fatto un film
Più che su quello che si spera sia l’inglorioso epilogo almeno della deputata, se non del movimento che rappresenta in Parlamento, merita qualche riga l’inizio della storia politica di Giulia Sarti, dove, come spesso succede, si può trovare una spiegazione della parabola successiva. A cominciare dalla nascita. Giulia Sarti è di Rimini e si è laureata a Bologna. Romagnola come il forlivese Sergio Flamigni, l’ex senatore del Pci che ha prodotto due mensole di libri per sostenere che, al contrario delle apparenze, Moro è stato rapito e ucciso da agenti della Cia e loro infiltrati. A questa singolare ma egemone vulgata Giulia Sarti si è ispirata costruendosi l’immagine di esperta in trame, corroborata da una sua tempestiva adesione al movimento “agende rosse”, per coprire anche il fronte “antimafia”.
Nel M5s è stata eletta al consiglio comunale di Bologna e alla Regione Emilia-Romagna ed è stato uno primi volti televisivi del Movimento, finché Beppe Grillo la prese di punta accusandola di protagonismo, con toni come al solito da angiporto. Eppure, garante Grillo, alle politiche del 2013 fu candidata, eletta e piazzata nelle commissioni giustizia e antimafia e oggi la commissione giustizia addirittura la presiede. Grillo sapeva benissimo con chi aveva a che fare ma non si oppose, e poi si trattava di una “esperta”. Siamo partiti da lontano per dire che in fondo Giulia Sarti è un esempio dei punti di contatto fra alcune sciocchezze fatte proprie dal Pd e ripetute a pappagallo dal M5s. Infine, riminese come lei fu anche Fellini e si può star certi che a un film sulle vicende di Giulia Sarti avrebbe pensato, ma il protagonista sarebbe stato lo sfortunato fidanzato rumeno della Presidente.