Gaetano Armao (foto LaPresse)

Punti mancanti

Massimo Bordin

Un'interessante intervista all’assessore all’economia della Regione Sicilia, nel momento in cui è d’attualità la richiesta di autonomia differenziata di tre regioni del nord

Sul suo blog Giovanni Pepi, a lungo direttore del Giornale di Sicilia, intervista l’assessore all’economia della Regione Gaetano Armao, che è anche vice presidente della giunta regionale. Avvocato esperto di diritto amministrativo e societario, un po’ tecnocrate e un po’ appassionato autonomista, Armao, insieme al presidente dell’assemblea regionale Gianfranco Miccichè, è figura di spicco della maggioranza costruita da Nello Musumeci. L’intervista è interessante, al di là delle questioni prettamente siciliane, nel momento in cui è d’attualità la richiesta di autonomia differenziata di tre regioni del nord. “Si punta al federalismo asimmetrico”, dice Armao, “Noi chiediamo la nostra autonomia finanziaria da anni”. Per farlo però, gli replica Pepi “bisogna avere carte in regola”, citando significativamente Piersanti Mattarella che fu ucciso mentre era presidente della Regione.

  

La Sicilia è dotata di uno statuto speciale che risale ai primi anni del secondo dopoguerra e la gestione delle finanze non è stata certo brillante, tutt’altro. Armao sostiene che anche lo Stato centrale ha la sua parte di responsabilità in un sistema fiscale “che riscuoteva poco e costava troppo” e certamente ha anche le sue ragioni.

 

Fa un po’ impressione però che a più di mezzo secolo di distanza dalle prime polemiche sulle esattorie dei cugini Salvo, oggi Armao concluda la sua intervista spiegando che “la riorganizzazione della riscossione è uno dei punti essenziali del dossier” consegnato dalla giunta al ministro Tria. Certo avrebbe potuto e dovuto essere uno dei punti essenziali delle commissioni antimafia nazionale e regionale.

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