Marciare divisi per colpire uniti
Affidarsi agli schemi della vecchia politica, in questi tempi di cambiamento spesso insensato ma comunque veloce, può essere controproducente. Ma in vista delle europee Zingaretti parla di liste coalizzabili
Affidarsi agli schemi della vecchia politica, in questi tempi di cambiamento spesso insensato ma comunque veloce, può essere controproducente. Zingaretti nella prima intervista ha tenuto a chiarire che per le elezioni europee più che guardare al risultato della lista Pd occorrerà sommare a essa liste coalizzabili, anche se le coalizioni non sono previste in quel sistema di voto, ed è logico pensare che il neo segretario si riferisse in prospettiva alle elezioni politiche. Una maliziosa prosecuzione del pensiero può portare al ricordo dell’Ulivo o dell’Unione e infine a quel concetto di usato sicuro che non aiutò nel 2013. Va detto però che la regola di differenziare l’offerta di liste poi convergenti, nel proporzionale ha sempre pagato. La Dc non propose mai a Saragat o a La Malfa di candidarsi nelle sue liste. Se tutti hanno voluto il ritorno al proporzionale richiamarsi allo spirito maggioritario rischia, questo sì, di essere un pensiero retrò pur in un momento di consonanze dell’irriducibilmente diverso. Pochi hanno notato il gemellaggio “antirazzista” proposto dal masaniello sindaco di Napoli all’empirico sindaco milanese. Una prospettiva piuttosto che una lista che non avrebbe senso. Quanto poi a trovare qualcuno a sinistra che riesca a conciliare la governabilità con l’antico motto “Marciare divisi per colpire uniti” e mettere insieme anche Calenda, Della Vedova e Bonino, e Renzi, è un problema col quale Zingaretti sembra comunque volersi misurare.