Ecco di chi è la colpa degli incendi in Australia

Maurizio Stefanini

Bushfire: esiste pure una parola, nell’inglese d’Australia, per indicare gli incendi periodici che sconvolgono la boscaglia locale. E termini specifici esistono pure nella memoria storica, per ricordare i bushfires più micidiali.

Bushfire: esiste pure una parola, nell’inglese d’Australia, per indicare gli incendi periodici che sconvolgono la boscaglia locale. E termini specifici esistono pure nella memoria storica, per ricordare i bushfires più micidiali. Il Giovedì Nero del 1851, ad esempio. Il Martedì Rosso del 1898. Il Venerdì Nero del 1939.  La Domenica Nera del 1955. I Bushfires dell’Austrlia Occidentale del 1961. Quelli delle Highlands Meridionali del 1965. Il Martedì Nero Tasmaniano del 1967. I Bushfires di Sydney Nord del 1979. Il Mercoledì delle Ceneri del 1983. I Bushfires delle Coste Orientali del 1994. Il Bushfire di Linton del 1998. Il Natale Nero del 2001…
Il riscaldamento globale, come suggeriscono i telegiornali nel dare le notizie sui disastri di questi giorni? Oppure una peculiarità della natura australiana? Né l’uno né l’altro: la realtà è ancora più sorprendente.

Stando all’evidenza trovata dagli archeologi, furono gli avi degli aborigeni nono appena sbarcati in Australia 47.000 anni fa a usare consapevolmente il fuoco per distruggere la jungla e trasformarla nell’attuale bush, che era più consono alle loro esigenze. Così, infatti, sterminarono i pericolosi marsupiali carnivori, e favorirono la moltiplicazione dei canguri, che erano la loro preda preferita. Si diffuse anche l’eucalipto, che succhiando l’acqua dal terreno ne aumentò l’aridità: da cui gli incendi periodici, che perpetuano quel tipo di ambiente.
Insomma, sì: è colpa dell’uomo. Ma non di quello tecnologico contemporaneo.   
 

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